VINTI
Le nostre case sono piene di gadget elettronici e anche i più piccoli ormai familiarizzano, fin dalla più tenera età, con questi apparecchi di comunicazione sempre più spesso connessi a internet. Eppure, secondo una ricerca condotta dall’Alleanza per l’infanzia (Alliance for Childhood), organizzazione americana composta da educatori e psicologi, sembrerebbe che proprio internet e i device di connessione, tra cui i comuni computer, fanno male alla socializzazione dei bambini più piccoli.
Gli esperti dell’associazione, si legge in una nota firmata da Primo Mastrantoni, segretario dell’Associazioni per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori (ADUC), “sconsigliano l’uso della telematica prima delle elementari, perche’ i bambini hanno bisogno di una educazione viva, con delle persone vere, e criticano quelle scuole che risparmiano sul personale, gite, libri ed educazione artistica per destinare somme ingenti all’informatica“.
Anche diversi studi precedenti , secondo il segretario dell’associazione italiana a difesa dei consumatori, avrebbero dimostrato che “l’uso precoce dei computer non aumenta la creatività dei piccoli ma crea problemi, quali la tensione oculare, dolori muscolari e obesità. Il dibattito e’ aperto perche’ altri esperti contestano questi risultati“.
“A nostro parere – ha chiarito Mastrantoni – come spesso accade, e’ semplicemente una questione di misura, come l’uso della televisione“.
Ovviamente, tra i pericoli sociali insiti nel web, ci sono anche il cuberbullismo e le derive del cyber sesso. La penetrazione domestica di tecnologie avanzate ed in grado di mettere in connessione una moltitudine di persone, in tutto il mondo ed in tempo reale, è sempre più veloce dei regolatori e dei decisori politici. Ecco perché anche il Parlamento europeo si è impegnato a stringere una rete di sicurezza attorno ai minori e in special modo i più piccoli, proprio per evitare esposizioni a minacce di varia natura.
Tra stalking, cyberbullismo e pedopornografia, è coinvolto come vittime dirette circa il 15% dei ragazzi tra i 10 ed i 17 anni, mentre il 34% riceve proposte sessuali di qualche tipo. Per porre un freno a tali tendenze, Strasburgo ha approvato a larga maggioranza una relazione sulla ‘Tutela dei minori nel mondo digitale‘ preparata dall’eurodeputata del Partito Democratico Silvia Costa, in cui tra l’altro si richiede un maggior coordinamento tra gli stati membri e si arriva ad auspicare che “la responsabilità sulla tutela dei minori a fronte di cyber-reati sia presidiata dalle forze dell’ordine” .