Contraffazione, per l’Unione Consumatori l’Italia è sotto attacco. Industrie a rischio e criminalità dilagante

di Cinzia Guadagnuolo |

Tutto si copia, il nostro è il Paese più preso di mira, ma se ne può uscire. Dibattito sul fenomeno questa mattina al ‘Premio Vincenzo Dona, voce dei consumatori’. Una menzione speciale anche a Key4biz.

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Raffaele Barberio ritira il premio dell'Unione Nazionale Consumatori

Siamo i più copiati al mondo. Il Made in Italy, l’agroalimentare di qualità, la moda e il life style, l’arte orafa. Tutti settori in cui siamo maestri e, quindi, attaccabili senza pietà da falsari e contraffattori.

Ma siamo anche abili produttori di falsi.

La Rete ha certamente semplificato la vita a molti contraffattori. E la pirateria è solo una parte del problema.

 

Tutto si copia: abbigliamento, accessori, occhiali, alimenti, farmaci, cosmetici, giocattoli, preziosi e gioielli, componentistica elettrica e ricambi auto. L’Italia è, contemporaneamente, la prima vittima della contraffazione, ma anche uno dei primi produttori mondiali del falso. Così come i consumatori sono sia vittime che carnefici in questo processo.

Purtroppo, in tempi di ristrettezze economiche e mancando una cultura sensibile da parte dei cittadini, l’85% dei consumatori dichiara di acquistare prodotti contraffatti per risparmiare, il 62% ammette di saper distinguere un falso da un originale solo in alcuni casi e il 68% ritiene che i beni taroccati ad avere più mercato siano abiti, scarpe e accessori, mentre solo il 6% crede che anche i farmaci e i cosmetici possano essere vittima del mercato del falso. Sono questi i dati più rilevanti emersi dal sondaggio “Cosa pensi della contraffazione?” lanciato dall’Unione Nazionale Consumatori (UNC) e i cui risultati sono stati diffusi questa mattina in occasione della sesta edizione del “Premio Vincenzo Dona, voce dei consumatori” al Centro Congressi Montecitorio Eventi  di Piazza Capranica.

                       

All’incontro sono intervenuti Gianfranco Fini, Presidente Camera dei deputati, Mario Catania, Ministro politiche agricole, alimentari e forestali, Pietro Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia, Daniela Mainini, Presidente Consiglio Nazionale Anticontraffazione, Giovanni Fava, Presidente Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, Giuseppe Peleggi, Direttore Agenzia delle Dogane, Pierluigi Cacioppo, Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, Guardia Costiera, Giorgio Toschi, Comandante Reparti Speciali, Guardia di Finanza e Sergio Marini, Presidente Coldiretti.

 

La mattinata di convegno si è conclusa con la cerimonia di premiazione presentata da Antonio Lubrano ed Eleonora Daniele, nel corso della quale sono stati premiati Grasso, Toschi, Cacioppo e Marini, ma anche i giornalisti Myrta Merlino per la televisione con il programma di La7L’aria che tira“, Elvira Naselli di “La Repubblica” per la stampa,  Elena Carbonari di “Isoradio” per la radio e una menzione speciale è stata assegnata al quotidiano online ‘Key4biz’, nella persona del direttore Raffaele Barberio (in foto mentre ritira il premio), per l’impegno profuso nel dare spazio a tematiche consumeristiche così da sensibilizzare l’opinione pubblica sul consumo online”. (leggi l’intervista di Key4biz a Massimiliano Dona).

 

La contraffazione è perdita dell’orientamento: è un continuo scambio dei ruoli all’interno di uno scenario ipnotico che assomiglia ad un caleidoscopio in cui autentico e falso si sovrappongono, fornendo ora una legittimazione al truffatore, ora una giustificazione all’acquirente” – ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario generale dell’UNC, intervenuto, insieme al Presidente Amelia Buratti Simonetti, in apertura del “Premio Vincenzo Dona – Voce dei consumatori”.

Nonostante la connivenza di alcune imprese scorrette e di molti consumatori che continuano a non considerarla un illecito – spiega il Segretario generale – la contraffazione è in realtà una macchina criminale che brucia posti di lavoro ed è persino più redditizia di ogni altra attività malavitosa“.

Tuttavia i consumatori accettano talvolta di correre qualche rischio. “Dovremmo spiegare ai consumatori che il non autentico offende la nostra stessa persona: dovremmo essere consapevoli ciascuno dei propri limiti e saper convivere con essi, come si conviene per gli esseri razionali che dovrebbero rifiutare il falso anche per i molti rischi per la salute derivanti dai prodotti contraffatti“.

 

L’incontro, ispirato al ricordo del fondatore dell’UNC, Vincenzo Dona, autentica “voce dei consumatori” ed iniziatore del movimento consumerista italiano, ha voluto fare il punto sulla “contraffazione” (vero e proprio male economico e sociale) alla presenza di autorevoli personalità del mondo accademico, politico e istituzionale.

 

Secondo Gianfranco Fini, Presidente della Camera, “i consumatori possono aiutare a prosciugare il mercato della contraffazione e del falso, semplicemente evitando di acquistare merce taroccata. Dietro la produzione e la commercializzazione di questa merce c’è, come hanno messo in luce diverse inchieste, la mano della criminalità organizzata. La repressione è tanto più efficace – ha aggiunto Fini – se a monte c’è la consapevolezza dei cittadini. Una legislazione più afflittiva in materia è stata già in parte varata e si sta ancora discutendo come migliorarla. Credo che la cosa più utile sia la collaborazione tra i vari corpi di Polizia, la magistratura, unita a una campagna di sensibilizzazione da parte delle tante associazioni che tutelano l’interesse del consumatore“.

 

Per Mario Catania, Ministro delle politiche agricole, “la contraffazione provoca danni enormi al nostro paese e al nostro sistema economico, danneggia il consumatore e i produttori italiani. Il nostro è il sistema produttivo complessivamente di più elevata qualità, non solo nell’agroalimentare, quindi siamo oggetti di contraffazioni di tutti i tipi su tutti i mercati. I danni sono devastanti – ha aggiunto il Ministro – noi combattiamo il fenomeno con sempre maggiore convinzione e registro con piacere che oggi c’è una convergenza assoluta, un impegno totale sul tema, da parte del governo e delle parti sociali“.

 

La contraffazione è stata considerata per troppi anni un problema della moda, del lusso, quindi di pochi e molto ricchi. Non è così, secondo Daniela Mainini, Presidente Consiglio Nazionale Anticontraffazione: “la contraffazione riguarda tutti i settori dell’economia, è un virus che si è insinuato nell’economia legale e si è esteso ormai a dismisura, anche perché trattasi di industria che viola sistematicamente i diritti umani, del lavoro, oltre che non pagare le tasse e alimentare organizzazioni criminali. Il consumatore finale deve essere ben informato del fatto che un gesto che considera innocente alimenta una catena di criminalità  organizzata. Quella stessa che vende droga ai nostri figli. Il Consiglio Nazionale Anticontraffazione è lo strumento che il legislatore ha voluto per dar voce al Sistema Italia, tutto, nessuno escluso, in questa fondamentale azione“.

 

All’incontro hanno preso parte, con interventi brevi e pragmatici, anche Giuseppe Ambrosi di Assolatte, Stefano Brovelli di Anifa, Luca Nava di Unipro, Paolo Taverna di Assogiocattoli e Stefano De Pascale di Federorafi.

 

Mentre ad aprire la tavola rotonda moderata da Bruno Vespa è stato Pietro Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia che, analizzando il rapporto tra contraffazione e criminalità organizzata, ha dichiarato: “gli interessi della criminalità organizzata nella produzione e commercio di prodotti con marchi contraffatti rappresentano un fenomeno in continua crescita ed una seria minaccia per le economie nazionali. I danni per le aziende sono molteplici poiché esse subiscono non solo una diminuzione di fatturato e la perdita di quote di mercato (mancate vendite dirette) ma anche danni morali quale conseguenza delle ripercussioni negative in termini d’immagine presso i clienti (mancate vendite future) ed un inquinamento dei mercati, con conseguenti perdite di posti di lavoro e di prelievi fiscali“.

 

In Italia, primo paese in Europa, è stata istituita una Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale. Il Presidente Giovanni Fava, Presidente ha sottolineato: “I dati raccolti nei due anni di indagine della Commissione testimoniano una situazione da tenere sotto attenta osservazione, nonostante l’Italia sia dotata di un sistema normativo tra i più all’avanguardia a livello mondiale, nonché di un apparato di enforcement costantemente impegnato nell’attività di contrasto del fenomeno. La contraffazione, infatti, è ormai divenuta un’industria globale gestita da organizzazioni criminali che, in alcuni casi, hanno trovato una sponda indiretta in quelle aziende che, delocalizzando la produzione in Paesi lontani, hanno perso la possibilità di tracciare la filiera produttiva con la conseguenza che i prodotti contraffatti possono essere importati in Italia assieme a quelli originali“.

 

Molto alta è l’attenzione dell’Agenzia delle dogane, il cui Direttore Giuseppe Peleggi ha affermato: “Abbiamo ottenuto risultati riconosciuti a livello internazionale e nazionale. Nel 2011 l’Agenzia delle Dogane  ha sequestrato circa 30 milioni di prodotti contraffatti, pari ad oltre il 26% del totale sequestrato dalle 27 dogane dei Paesi UE“.

 

Un grande impegno viene profuso anche dal Corpo delle Capitanerie di Porto, Guardia Costiera, sottolineato dal Comandante Generale Pierluigi Cacioppo: “Nel 2011, sono stati eseguiti 1.982 sequestri per un totale di 467.611 kg di pesce. Sino a novembre del corrente anno, i sequestri sono stati 1.516 per complessivi 463.089 kg. Molti di questi derivano da violazioni che colpiscono direttamente il consumatore finale.  Nell’ambito delle frodi commerciali riscontrate nella filiera ittica, due sono quelle più ricorrenti. La prima fattispecie riguarda la sostituzione. Un prodotto di minor pregio viene venduto come specie di qualità superiore e di maggior valore economico (ad esempio polpi di provenienza indo pacifica venduti come nostrani o mako per pesce spada). La seconda, invece, riguarda la presentazione del prodotto. Alimenti congelati o surgelati vengono commercializzati indicando la freschezza degli stessi“.

 

Il Comandante Reparti Speciali della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi, ha aggiunto: “L’attività anticontraffazione della Guardia di Finanza è orientata principalmente a colpire le organizzazioni che gestiscono le grandi filiere della contraffazione, ritirando dal mercato i prodotti falsificati e pericolosi, tassando gli ingenti proventi illeciti che derivano da questi traffici e sequestrando i patrimoni illegali che costituiscono il frutto o il reimpiego di queste attività criminali. In questo modo cerchiamo di apportare il nostro fattivo contributo, soprattutto in questo momento storico, al rilancio economico del nostro Paese“.

 

La Rete è certamente uno strumento demonizzato. Certamente ha facilitato la vita dei contraffattori, tuttavia, come ricorda Roberto Liscia, presidente di Netcomm: “Il commercio elettronico è un potente strumento di tracciabilità. Se c’è un pagamento, un IP, un utente che compra, allora rimane traccia. Il pagamento digitale è altamente tracciabile, tuttavia è molto più ridotto in Italia rispetto agli altri paesi europei. Solo il 4% delle aziende italiane sono online, contro una media europea del 15% e solo quattro milioni di italiani comprano online“.

 

Alla tavola rotonda ha preso parte anche Sergio Marini, Presidente Coldiretti: “La contraffazione alimentare è un crimine particolarmente odioso perché si fonda spesso sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all’inizio dell’anno approvata all’unanimità dal parlamento italiano ma non ancora applicato“.

 

Infine è intervenuta Laudomia Pucci, responsabile Commissione lotta alla contraffazione Camera Nazionale della Moda Italiana, che si è così espressa: “I soggetti  e i mezzi dedicati alla lotta alla contraffazione possono essere molteplici, dal nostro punto di vista è importante educare un certo tipo di consumatore all’acquisto ponderato e di qualità, debellando la comune considerazione di aver fatto un ‘affare’ acquistando un falso“.

 

Nel corso della mattinata, altri riconoscimenti sono stati consegnati a: Nicola Caporaso dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Giulia Bellotto dell’Università Commerciali Luigi Bocconi e Bernadette Egle Zapparrata dell’Università degli studi di Palermo per le loro tesi di laurea. Inoltre sono stati premiati i comitati locali dell’Unione Nazionale Consumatori: comitato provinciale di Caserta e Comitato Regionale della Toscana. Il “Premio Consumo Sostenibile” è stato assegnato alla collaborazione tra Coop e Libera e una menzione speciale è andata alla  Commissione Distrettuale “Legalità e cultura dell’etica” del Distretto Rotary 2080 Rotary International.

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