Lo scoppio del caso Facebook-Cambridge Analytica e quindi dell’uso illecito dei dati degli utenti del social network per fini elettorali ha fatto suonare, ovviamente, il campanello d’allarme anche in Italia. Il primo a fare scudo sulla privacy degli italiani è stato il Garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, che, nell’intervista pubblicata oggi dal Mattino, ha lanciato un allarme che riguarda le libertà dei cittadini, compresa la scelta del partito da votare. La vicenda è parte di “un processo ineluttabile: attraverso la sempre maggiore conoscenza delle nostre propensioni, questi soggetti sono in grado di consigliarci sia il prodotto da comprare sia il partito da votare”, ha detto Soro, che poi ha spiegato come gli Over the Top, volontariamente o involontariamente, possono essere determinanti nel falsare il risultato elettorale in un Paese. “Nel gioco democratico il voto dei cittadini traduce in una scelta elettorale lo stato di consapevolezza che si ha in quel momento, del mondo in cui vive. E se questa scelta è figlia di una lettura quotidiana e completa della realtà, allora possiamo parlare di libertà”, ha aggiunto il Garante. “Se invece”, ha continuato Soro, “è figlia di un meccanismo di conoscenza passiva, parziale, settoriale, con una spinta a farci sapere solo quello che è più vicino alle nostre aspettative, allora il percorso elettorale è diverso da quello che dovrebbe esprimere una democrazia compiuta”.
Il Garante Privacy è stato chiaro, in questo modo Facebook potrebbe esercitare un grande potere persuasivo nei confronti di tutto il mondo, a partire dagli elettori.
E i prossimi elettori potenzialmente vittime dell’influenza dei social network sono quelli dell’Unione europea che a maggio 2019 dovranno eleggere i nuovi europarlamentari: “queste elezioni sono un importante test per tutti noi. Non siamo qui per allarmarvi, ma il problema è reale e urgente”. È stato il Garante Ue per la privacy Giovanni Buttarelli ad indicare il nuovo bersaglio per le società che utilizzano illecitamente dati personali e big data a scopi politici. Buttarelli ha avvertito le altre istituzioni Ue, affermando che l’Europarlamento è cosciente dei rischi e che è “impegnato ad andare più in profondità” anche con una commissione speciale a cui “offriamo il nostro sostegno”.
La proposta di Deborah Bergamini: ‘Una Commissione Parlamentare sull’utilizzo dei big data in Italia’
La proposta di una commissione istituita presso il Parlamento italiano, invece, è giunta da Deborah Bergamini, rieletta deputata con Forza Italia: “Gli Over the top non possono essere al di sopra della democrazia: adesso istituire una Commissione di Inchiesta Parlamentare sull’utilizzo dei big data in Italia per tutelare la privacy dei cittadini nel ruolo di elettori e consumatori”.
Come arginare almeno in Italia e in Europa il potere sui dati dei giganti del web?
In attesa di commissioni speciali e d’inchiesta dal 25 maggio prossimo nell’Unione europea i giganti del web avranno meno potere e anarchia e contestualmente aumenterà la privacy dei cittadini. Infatti con l’entrata pienamente in vigore del Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (Gdpr), i Garanti avranno maggiori poteri effettivi e le sanzioni per chi vìola il regolamento possono arrivare fino al 4% del fatturato globale delle società. Più la ‘sanzione’ reputazionale.
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