Se bisognasse indicare due grandi passioni degli italiani negli ultimi anni, chiunque sarebbe in grado di rispondere senza pensarci troppo: gli smartphone e la cucina. Quest’ultima meglio se alta, o presunta tale. Da un lato siamo uno dei popoli meno propensi a staccarsi dallo schermo del cellulare, dall’altro – forti di una tradizione enogastronomica gloriosa e del fascino mediatico delle star del nostro tempo, gli chef – chi riduce l’atto del nutrirsi a una semplice necessità fisiologica da soddisfare un po’ come capita è in continua diminuzione, additato non sospetto dalle nuove legioni di foodie espertissimi in lievito madre e nell’uso corretto della curcuma. Le abitudini cambiano, addio ai pasti veloci da pausa pranzo, ai mezzi tramezzini ricolmi di maionese e gamberetti magari non proprio freschissimi, ai ritmi frenetici del pasto in piedi perché si deve tornare a produrre; oggi (con conseguenze, va detto, in genere positive per il nostro organismo) è tutto un fiorire di locali bio, di menu in cui termini come “chilometro zero” e “DOP” ricorrono ogni tre parole, di cotture innovative da una parte e di ingredienti mai visti prima dall’altra.
Un binomio a volte letale
Questi due mondi – gli smartphone e la cucina, insomma – sono tutt’altro che separati tra loro. Anzi: vista anche la cura dei piatti (perché anche l’occhio vuole la sua parte, si continua a ripetere), un rito irrinunciabile prima di affondare la forchetta è scattare una foto dall’alto, modificarla con il filtro più adatto e caricarla sul proprio account Instagram a colpi di hashtag, tanto come dimostrano le offerte reperibili su SosTariffe.it il costo di Internet mobile è drasticamente diminuito negli ultimi mesi. Eppure, tolta la sua funzione di macchina fotografica di lusso (e in effetti non c’è da stupirsene troppo, considerati i passi da gigante fatti anche in materia di ottiche e qualità dell’immagine), in altri casi lo smartphone appare tutt’altro che un alleato della cucina, almeno quella in comune. Cenette romantiche, in famiglia o tra amici sono state trasformate in appuntamenti silenziosi, dove tutti hanno lo sguardo sullo schermo, senza nemmeno tentare un briciolo di conversazione – o, nei casi peggiori, badare a quello che si mangia. Da qui, condanne e strali contro il telefonino, colpevole di aver ucciso, da solo, la convivialità. Ma è davvero così?
Che noia le cene in famiglia!
Secondo un nuovo studio dell’Università della British Columbia, in effetti, gli smartphone non farebbero altro che acuire il senso di noia che si prova quando si è a cena con altri. Secondo il responsabile della ricerca Ryan Dwyer, “quando utilizziamo i nostri telefoni, anche se stiamo trascorrendo tempo con le persone che ci stanno a cuore, ci godiamo l’esperienza meno che se mettessimo via i nostri dispositivi”. Risultati che non stupiscono, maturati dall’osservazione di 300 soggetti a cena con amici e famiglia, alcuni dei quali invitati a mettere via lo smartphone e altri a usarlo. In più, all’insaputa dei partecipanti all’esperimento, il team della UBC ha monitorato la frequenza d’uso dei dispositivi.
Come ha rilevato Dwyer, “Sapevamo che le persone avrebbero provato un minore senso di noia avendo accesso ai loro telefoni, perché così avrebbero potuto distrarsi durante i tempi morti della conversazione”. Risultati analoghi sono arrivati da un altro esperimento dello stesso gruppo di ricerca: a più di 100 persone è stato chiesto di rispondere a un questionario sul loro smartphone cinque volte al giorno, chiedendo come si sentissero e che cosa avessero fatto negli ultimi 15 minuti. Anche qui è stata trovata una chiara correlazione tra il minor apprezzamento dell’interazione sociale per chi aveva il proprio cellulare con sé. Come ha chiosato Elizabeth Dunn, responsabile senior dello studio, “la ricerca ci ha dimostrato che se hai davvero bisogno del tuo telefono non c’è problema a usarlo. Ma c’è un beneficio reale e provato nel mettere via il dispositivo quando stai trascorrendo del tempo con i tuoi amici e la tua famiglia”. A tavola, soprattutto, dove solo in pochi riescono a mantenere lo smartphone a faccia in giù o ancora meglio in tasca senza sentire la smania di controllare se è arrivata quell’email o se qualcuno ha messo un like a un nostro post su Facebook.
È buono o no? Da Tripadvisor alla salmonella
Si dirà: l’utilizzo smodato dello smartphone in sé può non essere un’attività troppo piacevole, ma è innegabile che il telefonino aiuti anche a mangiare meglio. Prima di tutto con l’accesso immediato – soprattutto se ci si trova in una città poco conosciuta – a servizi, Tripadvisor in primis, che consentono di identificare ristoranti, bar, pizzerie in linea con i propri gusti; e poi con una serie di altre app che rendono la nostra esperienza a tavola più piacevole e più salutare.
In questo senso va letta la proposta di un team di scienziati dell’University of Massachusetts-Amherst, che hanno sviluppato una tecnologia in grado di avvertire se si sta per consumare cibo contaminato da Escherichia Coli o salmonella. Si tratta di un accessorio per smartphone dal costo ipotizzato di 30 dollari, una sorta di microscopio clip-on (e vetrino) che opera insieme a un’applicazione per identificare la presenza di batteri nei campioni di cibo. “Per ora” ha dichiarato la microbiologa Lynne McLandsborough “è tutto a uno stadio preliminare: siamo in grado di individuare batteri con l’iPhone, ma non ancora sapere se sono patogeni”. Ci vorranno anni prima che questa tecnologia (potenzialmente salvavita in molte zone del mondo) arrivi sugli scaffali, ma forse consumare frutti di mare e cibo di strada, grazie allo smartphone, potrà essere un po’ più salutare.
Il pericolo dei disturbi del comportamento alimentare
Tutto bene, dunque? Attenzione, perché il binomio app e cibo non sempre è così vantaggioso. Tutti conosciamo i programmi che consentono di contare le calorie consumate e di valutare se si è mangiato troppo, se si ha bisogno di un determinato gruppo nutritivo, se è meglio fermarsi e non divorare quel gelato oppure concederselo senza troppi problemi. E, in effetti, arrivano diverse conferme che i diari alimentari possano aiutare nel perdere peso. Ma la gamificazione, ormai così in voga in una impressionante quantità di applicazioni, può anche avere i suoi (seri) svantaggi.
Secondo la neuroscienziata Christine Buske, infatti, l’utilizzo eccessivo di queste applicazioni può portare anche a disturbi del comportamento alimentare. “La raccolta dei dati relativi a ciò che si è mangiato per le persone può diventare uno stimolo gratificante: possono provare orgoglio ed euforia nell’inserire poco cibo, perché si è mangiato troppo poco durante il giorno, scendendo così sotto il minimo apporto di calorie giornaliere”.
Fonte: https://www.peninsulanewsreview.com/trending-now/put-your-phones-away-to-enjoy-dinner-ubc-study/
https://eatsiptrip.10best.com/2018/02/23/the-smartphone-app-that-could-keep-you-from-getting-food-poisoning/
How ‘healthy’ food tracking apps could actually be leading to an increase in disordered eating