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La linea di credito da 1,6 miliardi di euro concessa da Credit Suisse e Goldman Sachs ad Alcatel-Lucent inquieta in governo francese, preoccupato per il futuro dei circa 30 mila brevetti del gruppo franco americano, posti a garanzia dell’accordo.
Se Alcatel-Lucent non dovesse onorare il debito, le banche potrebbero quindi impadronirsi di questo ‘tesoretto’, il cui valore si aggira intorno a 5 miliardi di euro.
Secondo il quotidiano Les Echos, il ministro all’economia Fleur Pellerin ha intensificato nelle ultime ore i contatti informali con l’azienda, il Governo e la Cassa dei Depositi (CDC) e starebbe seguendo due piste: la prima consisterebbe nella ricerca di nuovi asset da cedere (tra cui la divisione enterprise o nelle comunicazioni sottomarine), la seconda punterebbe alla creazione di un consorzio per la valorizzazione dei brevetti, che potrebbe essere aperto a nuovi partner e permetterebbe al gruppo di mantenere la proprietà del suo portfolio di innovazioni.
Secondo la società specializzata Global IP, negli ultimi 15 anni Alcatel e Lucent hanno investito la somma di 55 miliardi di euro in Ricerca e Sviluppo per costruire questo giacimento di brevetti valutato in 5 miliardi di euro, concentrato principalmente in Europa (41% dei brevetti) e negli Usa (33%).
Finora, però, il portfolio ha generato royalties per ‘appena’ 2 miliardi di euro negli ultimi 10 anni. Una cifra decisamente esigua se si pensa che Nokia, ad esempio, negli ultimi due anni è riuscita a sestuplicare i ricavi dei brevetti ottenendo un risultato operativo di 400 milioni di euro nel 2011 da 10 mila brevetti.
La società, quindi, all’inizio di quest’anno, ha assunto Craig Thomson, ex dirigente Nokia, la cui missione è quella di valorizzare la proprietà intellettuale: in parole povere, far pagare delle licenze per l’utilizzo delle tecnologie senza fili, di gestione delle reti dati o del trattamento del segnale ed estrarre ‘il massimo valore’ da questi accordi.
La scorsa settimana, tuttavia, Alcatel-Lucent non è riuscita a ottenere la condanna di Apple e LG per violazione dei suoi brevetti legati alla compressione video. La società chiedeva a Apple un risarcimento di 132 milioni di euro.
Il campione ‘mondiale’ in termini di valorizzazione dei brevetti è Qualcomm: il gruppo americano, nel 2011, ha ottenuto solo dalle royalties un risultato di 2,8 miliardi di euro.
Logico, quindi, che il governo francese sia preoccupato per il futuro di questo ‘giacimento’, che non è essenziale solo in termini di profitto, ma anche come ‘arma’ utilizzata dai giganti hi-tech per farsi guerra l’un l’altro sul mercato smartphone, come nel caso di Apple e Samsung.