Agenzia per l’Italia Digitale: primi passi per la definizione di una governance e di un modello unitario per le Smart City

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Le raccomandazioni dell’Agenzia nel documento ‘Architetture informative per le Comunità intelligenti’ e la ricerca di un quadro unico di riferimento per le pubbliche amministrazioni

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Smart City

Le città sono diventate il punto focale delle politiche e delle strategie economiche del nuovo millennio.  Gli orientamenti di sviluppo economico degli organismi e dei  legislatori internazionali seguono i trend globali che caratterizzano la città del XXI secolo. Tali “trend” sono: l’incessante crescita della popolazione con un continuo aumento del livello di urbanizzazione, un significativo impatto ambientale delle città che consumano il 75% dell’energia mondiale e sono responsabili dell’80% delle emissioni di CO2, con un rilevante impatto economico e sociale per il consumo e lo spreco smisurato di risorse vitali,  e  una vasta  globalizzazione che espone le realtà urbane a dinamiche opposte di crescita continua (con problematiche di sovraffollamento, congestione, inadeguatezza dei sistemi di trasporto) o di declino (inversione del traffico, degrado delle infrastrutture, minori disponibilità economiche e di sviluppo).

 

Il decreto Crescita 2.0 (Dl 179/2012), convertito in legge dalla Camera il 13 dicembre 2012, attribuisce all’Agenzia per l’Italia Digitale un ruolo chiave per la piena realizzazione, sviluppo e diffusione del paradigma delle Smart City. Come si legge in un documento diffuso dall’Agenzia stessa, alla luce di tali disposizioni, il contributo che l’organismo dovrà apportare è significativo e risulta strategico individuare un unico modello di riferimento basato su un approccio multidisciplinare e integrato che consenta l’effettiva realizzazione di ecosistemi intelligenti partendo dai bisogni della città e dagli obiettivi che si vogliono perseguire attraverso l’innovazione digitale.

 

Da parte di molte Amministrazioni, soprattutto enti locali e realtà a essi collegate, è emerso l’interesse per una migliore comprensione delle problematiche tecnologiche, organizzative, economiche e legali legate all’adozione di modelli e servizi di Smart Community e Smart City.

 

Appare quindi fondamentale ripartire dal documento “Architetture informative per le Comunità Intelligenti: visione concettuale e raccomandazioni alla pubblica amministrazione” per sviluppare ogni ulteriore confronto. Un insieme di raccomandazioni e suggerimenti, raccolti attraverso la consultazione pubblica avviata lo scorso agosto, che intende supportare le amministrazioni sulla strada dell’innovazione fornendo  proposte relativamente a:

 

• architettura di riferimento del modello delle comunità intelligenti e Smart City;

• individuazione, classificazione e stratificazione tra sorgenti informative;

• aggregazione delle informazioni e loro distribuzione;

• livelli di interfacce standard da definire.

 

La Pubblica Amministrazione riveste un ruolo importante, in questo scenario, essendo promotore di interventi e coordinandone lo sviluppo, svolgendo compiti di integrazione delle diverse iniziative, proprietaria di dati ed informazioni rilevanti in quantità e qualità, utente qualificato dei servizi offerti dalle comunità intelligenti, soggetto finanziatore di servizi e delle infrastrutture a loro supporto, fino a possibile partner degli operatori del settore. 

Per questi motivi è nato un gruppo di lavoro, istituito ad hoc dall’allora Digitpa (oggi assorbita dall’Agenzia per l’Italia Digitale), con l’obiettivo di condurre l’analisi dello stato dell’arte, i modelli di servizi e competenze, le necessità di regolazione e normativa e gli eventuali rischi legati alla realizzazione delle Smart City e allo sviluppo di comunità intelligenti, con particolare attenzione ai requisiti della Pubblica Amministrazione, al fine di proporre un documento di sintesi ed una serie di raccomandazioni per le Amministrazioni.

 

Il lavoro realizzato dal team, cui hanno partecipato rappresentanti nominati dal Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca, del CNR, dell’Arma dei Carabinieri, dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, della RAI, e rappresentanti nominati dagli operatori di mercato come Assintel, IBM, Telecom Italia, CapGemini, CISCO, Technolabs ed altri ancora, costituisce ad oggi un valido spunto su cui riflettere e un primo passo nella definizione di un modello di riferimento tecnologico e di una governance di sistema che possa effettivamente promuovere e implementare i progetti di comunità Intelligenti e Smart City in modo unitario e in termini di qualificazione e competitività delle aree urbanizzate.

 

La validità delle indicazioni e delle raccomandazioni contenute nel documento vengono inoltre rafforzate dal recepimento delle indicazioni in esso contenute nella legge di conversione del Dl 179/2012. Il documento definisce infine il contesto di riferimento per la costruzione della piattaforma nazionale delle comunità intelligenti, prevista dal Dl 179/2012 (art.20, comma 9) e fornisce utili elementi per una visone integrata e coerente del paradigma Smart City.

 

Qui il documento integrale redatto e curato dal Gruppo di lavoro dell’Agenzia per l’Italia Digitale per le Smart City.

 

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