Facebook, Instagram, WhatsApp e l’iPhone creano una dipendenza nei bambini e negli adolescenti. E come tutte le dipendenze gli effetti sono negativi. Questo è il mantra che, finalmente, è iniziato a circolare a livello globale e sempre più autorevoli enti, università e persone ripetono giorno dopo giorno. L’ultimo duro attacco, in questo senso, è arrivato dal World Economic Forum di Davos, in Svizzera, dove sono riuniti i potenti della Terra, e in particolare dalle parole di Marc Benioff, uno dei volti della Silicon Valley: “I social network dovrebbero essere regolati come le sigarette, perché come il tabacco, creano dipendenza e sono un rischio per la salute delle persone”: ha detto il Ceo di Salesforce, una delle principali società al mondo di cloud computing. ‘I social sono un’industria”, ha spiegato ancora Benioff, “come quella del cibo e della finanza, per cui vanno regolamentati dagli Stati, che hanno il dovere di dire a chi li usa che fanno male, perché sono tecnologie realizzate proprio per creare dipendenza”.
La ricerca ‘Smartphone e social rendono infelici gli adolescenti’
L’affondo di Marc Benioff è arrivato due giorni dopo la pubblicazione dei risultati di uno studio condotto dall’università di Michigan, secondo il quale ‘gli adolescenti che passano meno tempo davanti agli schermi sono più felici’.
Nel dettaglio la ricerca dimostra che il benessere psicologico tra gli adolescenti americani è diminuito dopo il 2012, da quando si è registrato il boom degli smartphone. I ricercatori hanno condotto lo studio dal 2012 al 2017 su un campione di 1,1 milioni di millennials tra i 13 e i 18 anni.
Rende infelici i ragazzi americani:
- Leggere le notizie online
- Guardare la tv
- Le video chat
- Scrivere messaggi con le chat, WhatsApp, Messenger, Instagram, ecc…
- Stare sui social network, Facebook, Instagram, ecc…
- Giocare ai videogiochi
- Navigare su Internet
Da non crederci.
Mentre rende felici i ragazzi americani:
- Fare sport
- Incontrarsi di persona
- Fare attività religiose
- Leggere i giornali su carta
- Fare i compiti
Anche l’astinenza ‘fa male’. Infatti i ricercatori hanno scoperto pure che “Gli adolescenti che trascorrevano una piccola quantità di tempo nella comunicazione elettronica erano i più felici”.
La dipendenza da Facebook e dall’iPhone, lo dicono gli stessi azionisti delle società
Quindi cosa fare?
Ridurre drasticamente l’esposizione dei ragazzi dai device tecnologici. Il fenomeno della dipendenza, di recente, è stato sollevato da importanti azionisti di Apple e Facebook.
In una lettera aperta al colosso fondato da Steve Jobs, i due azionisti Jana Partners e Calstrs bollano come tossica l’accoppiata iPhone-bambini e chiedono ad Apple di intervenire. “Cupertino”, hanno scritto, “dovrebbe sviluppare nuovi strumenti software per aiutare i genitori a controllare l’uso dell’iPhone da parte dei figli. Ma dovrebbe anche studiare l’impatto di un uso eccessivo degli smartphone sulla salute mentale dei giovani, oltre a mettere in piedi un comitato di esperti”.
“Ci sono sempre più prove che dimostrano”, hanno evidenziato i due azionisti, “come, almeno per i giovani che ne fanno un uso massiccio, gli smartphone possano avere conseguenze negative involontarie”, scrivono gli investitori. Il disagio sociale crescente a un certo punto avrà un impatto negativo anche su Apple. Per questo è importante affrontare subito la questione”.
La replica di Apple
L’azienda di Cupertino ha poi replicato con una nota alla lettera dei due azionisti: “…Riflettiamo in modo approfondito sulle modalità con cui vengono utilizzati i nostri prodotti e sull’impatto che hanno sugli utenti e sulle persone che li circondano. Prendiamo molto sul serio questa responsabilità e ci impegniamo a soddisfare e superare le aspettative dei nostri clienti, soprattutto quando si tratta di proteggere i bambini”.
Come per Apple, anche per Facebook è arrivata la tirata di orecchie da parte di uno dei suoi principali investitori. Sul Guardian, Roger McNamee, l’ex mentore di Mark Zuckerberg, ha scritto: “Negli ultimi 15 mesi ho spinto Facebook, che rappresenta la fonte principale del mio portafoglio, a pensare meno ai profitti a breve termine e di più a come affrontare il danno che la piattaforma sta causando attraverso la dipendenza”.
La proposta: vietare i social ai minori di 18 anni
E siccome Facebook, che è anche il proprietario di Instagram e WhatsApp, fa orecchie da mercante allora veramente, come ha detto Marc Benioff, gli Stati devono intervenire e regolamentare i social network. Se creano dipendenza e fanno male alla salute, come le sigarette e l’alcol, allora i social andrebbero vietati ai minorenni.
Oggi il social network blu consente l’iscrizione a partire dai 13 anni e da maggio prossimo lo vieterà ai minori di 16 anni, come ha annunciato Laura Bononcini, responsabile relazioni istituzionali Facebook Italia. La novità arriverà in occasione dell’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (Gdpr), che affida agli Stati membri il compito di individuare l’accesso ai social per i minori, entro un margine compreso tra i 13 e i 16 anni.
Ma il limite andrebbe ampliato fino ai 18 anni. Come avviene per le sigarette, alcol e gioco d’azzardo, perché creano dipendenza e sono nocivi per la salute delle persone.
Come i social network.