Il 2017, per certi versi, è stato l’anno in cui è emersa definitivamente come “disruptive technology” l’intelligenza artificiale (o AI, dall’inglese artificial intelligence).
Una tecnologia che secondo alcuni trasformerà in maniera radicale e profonda le nostre vite, come poche altre prima nella storia.
Una tecnologia dunque disruptive per un mercato mondiale in rapida crescita. Nel 2017, l’AI ha registrato ricavi per 2,4 miliardi, secondo dati Statista, mentre per il 2018 si stima possa raggiungere quasi il doppio del valore, cioè 4,1 miliardi di dollari (60 miliardi di dollari stimati nel 2025) grazie ad un tasso di crescita annuo calcolato da OrbisResearch superiore al 35%.
Rimane da capire quali possano essere gli sviluppi più probabili per l’AI. A partire dal 2018, secondo un articolo scritto per BWDisrupt da Madhav Krishna, esperto di cognitive science applicate alle tlc e l’ecosistema digitale, sono tre i possibili percorsi della tecnologia in questione.
Applicazioni in ambito medico e sanitario
Grazie al deep learning, l’enorme flusso di dati a disposizione (big data) e i nuovi modelli elettronici di simulazione delle reti neurali del cervello umano, è progressivamente aumentato l’utilizzo di tecnologie di computer vision (CV), branca dell’AI dedicata al riconoscimento artificiale delle immagini.
Il deep lerning è oggi già usato, ad esempio, nelle auto e i veicoli a guida automatica (per il riconoscimento da parte del sistema delle immagini comunicate dalle telecamere anteriori e posteriori).
Stessa cosa in ambito medico, a scopo diagnostico, per lo studio delle immagini prodotte dalla risonanza magnetica ad esempio, con l’obiettivo di visionare e studiare centinaia, migliaia di immagini al giorno, contro le 20 appena che in media potrebbe visionare nell’arco di una giornata lavorativa un medico.
Realtà aumentata
Anche la realtà aumentata (o AR, dall’inglese augmented reality) trova larga applicazione nella CV. Ci sono già gli occhiali Microsoft per guardare il mondo in maniera aumentata, cioè con l’aggiunta di oggetti e dati che ne esplicitano meglio e nel dettaglio le componenti di base, arricchendo infinitamente la percezione sensoriale umana della realtà che abbiamo di fronte.
Attraverso gli occhiali noi possiamo manipolare digitalmente questa realtà e i suoi oggetti, creando nuovi panorami interattivi, utili sia per il mercato del gaming, sia a livello didattico e medico/scientifico.
Saranno numerose le applicazioni AR in diversi settori economici, scientifici, culturali, sociali e militari nei prossimi anni.
Assistenti vocali
Siri di Apple e Alexa di Amazon ne sono degli esempi piuttosto chiari, i voice-powered assistant (assistenti vocali virtuali) hanno già fatto la loro comparsa sul mercato e in qualche modo noi stessi, chi più, chi meno, ne abbiamo già fatto esperienza.
Ora, con il 2018, ci dobbiamo attendere un loro utilizzo maggiore, in più settori (non solo nelle telecomunicazioni e il web).
Ci faranno sempre più compagnia, dando voce all’intelligenza artificiale e i suoi oggetti intelligenti. Grazie ad essi potremmo ordinare pizze mentre lavoriamo (senza dover prendere in mano il telefono, usando solo i microfoni ambientali della smart home, o dell’ufficio iperconnesso), o potremmo dialogare con gli uffici delle tasse, o ancora con un professore virtuale di ingegneria elettronica in un corso online.
E proprio nel settore della formazione superiore, gli assistenti vocali sembra svolgeranno un ruolo molto rilevante, aiutandoci a capire come acquisire maggiore conoscenza e, sul posto di lavoro, raggiungere maggiore produttività.
Articolo tratto dall’eBook di key4biz’ I Tech trend 2018‘. Per scaricare l’eBook clicca qui.