Libertà dei media, alla Ue maggiori poteri per garantire l’accesso di tutti all’informazione. Sotto la lente anche il caso Sallusti

di Raffaella Natale |

E’ questo il passaggio fondamentale di un Report (disponibile a più di pagina), commissionato da Neelie Kroes, che suggerisce una nuova via per assicurare che tutti i Paesi Ue rispettino il pluralismo.

Unione Europea


Neelie Kroes

La Ue deve avere maggiori poteri per fare in modo che la libertà di stampa venga rispettata in tutti i suoi Paesi membri, pure su internet. E’ questo il passaggio fondamentale del Rapporto consegnato a Neelie Kroes, Commissario per la Digital Agenda.

Questo documento, commissionato dalla Kroes e redatto sotto la direzione dell’ex presidente lettone Vaira Vike-Freiberga, propone di affidare alla Ue le competenze per proteggere la libertà e il pluralismo dei media negli Stati membri.

Indica anche la necessità di un’armonizzazione delle legislazioni nazionali, in particolare per gestire un contesto dove i gruppi media sono sempre più transfrontalieri, concentrandosi, tra l’altro, sulle questioni riguardanti la privacy e la diffamazione.

 

Gli autori del Rapporto ritengono, inoltre, che “la posizione dominante di alcuni fornitori di accesso internet non dovrebbe limitare la libertà e il pluralismo dei media” e che “bisogna garantire l’accesso aperto e non discriminante di tutti i cittadini all’informazione online” se necessario “anche ricorrendo alle norme sulla concorrenza e/o applicando il principio della neutralità della rete“.

 

Il Rapporto raccomanda, inoltre, di consentire l’adesione alla Ue solo a quei Paesi che garantiscono media liberi e pluralisti e propone che la questione della libertà di stampa venga affrontata in tutte i negoziati con Paesi terzi, anche in materia di commercio.

 

Propone tra l’altro d’istituire delle borse europee per finanziare alcuni progetti di giornalismo d’inchiesta e suggerisce finanziamenti pubblici per alcuni settori specifici, economicamente trascurati per ragioni geografiche, linguistiche o altro.

 

Questo Rapporto, le cui proposte coinvolgono diversi Commissari europei, deve aprire la via a una serie di consultazioni prima che la Commissione faccia conoscere la propria posizione sulla questione.

 

E anche la normativa italiana sulla diffamazione a mezzo stampa finisce sotto la lente del Consiglio d’Europa. Alla luce della recente condanna di Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, la Commissione per i media dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, ha, infatti, chiesto di sapere se la legislazione italiana rispetta gli standard dell’organizzazione paneuropea sulla libertà di stampa.

La richiesta è stata formulata dalla Commissione in un emendamento, approvato oggi all’unanimità, che è stato inserito nel Rapporto sulla libertà dei media in Europa che l’assemblea parlamentare discuterà e voterà giovedì.

 

L’iniziativa ha in particolare l’obiettivo di verificare se le leggi italiane sulla diffamazione sono in linea con l’articolo 10 della Convenzione europea sui diritti umani che difende la libertà di espressione. “Questo emendamento non è un giudizio sulle leggi italiane“, ha spiegato il relatore del Rapporto, il parlamentare svedese Mats Johansson (Ppe). Se l’emendamento al Rapporto sarà approvato anche giovedì, toccherà poi alla Commissione di Venezia – l’organismo consultivo del Consiglio d’Europa che si occupa di questioni di diritto – vagliare le leggi italiane e darne un giudizio.

 

 

Per maggiori approfondimenti:

A free and pluralistic media to sustain European democracy

The Report of the High Level Group on Media Freedom and Pluralism

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