L’incontro tra innovazione ed enogastronomia ha modificato lo scenario di una delle industrie strategiche per il nostro Paese a diversi livelli: dalle novità di prodotto allo sviluppo della filiera per rafforzare la riconoscibilità e territorialità, sino alla food storytelling e lo sviluppo di percorsi esperienziali.
E’ questo lo scenario approfondito nel corso di Food Wine & Co., il seminario di formazione organizzato dal Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media dell’Università di Roma “Tor Vergata” – in partnership con Cinecittà Studios e con il patrocinio di Ferpi e Ansa, che si svolge da oggi sino a sabato a Roma.
Il settore agro-alimentare a livello europeo oggi conta 30 milioni di posti di lavoro, pari al 13% dell’occupazione totale – come ha spiegato Simonetta Pattuglia, Professore Aggregato di Marketing, Comunicazione e Media, Direttore del Master in Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media, ed ideatrice del concept del seminario insieme a Paola Cambria. Le imprese registrate sono più di 800.000 e di queste oltre 50.000 sono guidate da under35; un settore che pesa sull’economia italiana per il 13.5%.
Il cibo è strumento identitario, metafora sociale e morale, strumento comunitario e di socializzazione ma anche linguaggio, codice di comunicazione, oggetto di scambio culturale, tradizione ed innovazione. E’ una vera fonte di «country branding» per il nostro paese, oltre ad essere uno dei pochi settori, insieme all’arte e poco altro, in grado di coniugare insieme etica, morale, esperienzialità e piacere.
L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall’UE, ulteriore dimostrazione della grande qualità delle nostre produzioni ma soprattutto del forte legame che lega le eccellenze agroalimentari italiane al proprio territorio di origine.
Il sistema delle Indicazioni Geografiche dell’Ue, infatti, favorisce il sistema produttivo e l’economia del territorio; tutela l’ambiente in quanto il legame indissolubile con il territorio di origine esige la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità; sostiene la coesione sociale dell’intera comunità.
Il tema dell’innovazione in quest’industria è ancora più importante oggi dal momento che sempre più paesi dell’Unione Europea investono in ricerca, innovazione e sviluppo (come riportato sul Rapporto European Innovation Scoreboard 2016). Nel quadro generale però l’Italia è ancora uno dei paesi “moderate innovators”. Per raggiungere gli obiettivi dei prossimi anni, l’UE ha bisogno di politiche ambiziose, politiche che sblocchino il grande potenziale del settore agro-industriale europeo e consentano loro di mantenere il ruolo di primato nel mondo.
Le opportunità legate alla Food Innovation riguardano le tecnologie emergenti (biotecnologie, nanotecnologie, packaging) ed i fattori connessi all’innovazione di prodotto, il miglioramento dei profili qualitativi degli ingredienti.
L’innovazione del settore food&wine affronta oggi importanti sfide legate all’approvvigionamento, la sicurezza alimentare, il lavoro e la sostenibilità ambientale. Va pensata come un approccio ad una nuova alfabetizzazione di massa lontana dalla spettacolarizzazione e focalizzata sulla conoscenza, su nuovi processi e nuove professioni in agricoltura, nella trasformazione e nei servizi, più che nuovi prodotti. Una visione olistica che racchiuda tutti gli elementi presenti a livello di marketing e comunicazione.