Che cosa c’è di più bello dell’essere ognuno unico, speciale, diverso dagli altri? Che, poi, “diverso” non è nemmeno la parola giusta. Che cosa c’è di più bello dall’essere difforme rispetto alla norma, a quella che è la presunta normalità?
Ed inoltre, cosa c’è di più entusiasmante di poter mostrare senza paure i propri difetti che rendono ognuno di noi unico? Sono queste le domande poste da alcune case di moda che negli ultimi tempi hanno deciso di puntare la propria comunicazione su alcuni valori sociali che hanno permesso la realizzazione di alcune bellissime campagne.
È il caso della Diesel che attraverso i soggetti della sua nuova campagna pubblicitaria lancia un invito a trovare il coraggio di sfoggiare con orgoglio i propri difetti, i propri errori, la sconsideratezza, la megalomania, lo shopping compulsivo o la pigrizia.
“Essere unici è molto più bello che essere perfetti” è il messaggio lanciato dall’azienda che mira a ribadire come a volte sia necessario cambiare il modo di guardare le cose, superando ostacoli e paure, in modo che anche il negativo possa diventare positivo. In questo modo, sarà possibile avere una vita migliore.
Allo stesso modo, anche l’azienda americana Gap ha deciso di puntare sulla diversità dei propri consumatori. “I’m Gap”, cattura lo spirito e l’essenza stessa del marchio. Per riuscirci, l’azienda ha deciso di non affidarsi a un’agenzia di modelli ma di realizzare uno street casting, assumendo come protagonisti dello spot soltanto persone “comuni”. Persone uniche, speciali, di religioni e culture diverse, che potessero esprimere come messaggio quello di un concetto esplicitamente patriottico ma soprattutto inclusivo.
Unicità, difformità, distinzione. Uscire dal sentiero tracciato e da ciò che è scontato: sono questi i pilastri del manifesto del brand Made in Italy “Premiata”, che per la nuova campagna punta sulle meraviglie dei percorsi sempre dissimili, imprevedibili e anomali della vita. Punta sul sorriso dei giovani, ma soprattutto punta sulla bellezza dell’unicità di ognuno dei suoi modelli.
La nuova campagna stampa del marchio ne è l’esempio più esplicito e poetico. A cominciare dal casting. Niente modelli, ma solo persone «vere» (non che i modelli non lo siano, però…), che si propongono all’obiettivo del fotografo esattamente per ciò che sono, nel lusso più completo e vero della propria autenticità.
E, quindi, ognuno è uguale soltanto a se stesso, nella propria imprecisione, nella propria esclusività. Ma soprattutto nella propria singolarità, nei confronti della quale i concetti di giusto e sbagliato non hanno più ragione di esistere.