A Bill Gates risponde il premio Nobel per l’economia del 2001. Joseph Stiglitz, intervistato dal Sole24Ore, ha dichiarato: “Non sono convinto, non penso sia necessario tassare i robot. Penso che l’effetto sarebbe quello di scoraggiare l’innovazione”. Stiglitz ha precisato: “Sarebbe meglio provare a tassare l’intelligenza artificiale. O meglio, a tassare le aziende che ‘vendono’ l’intelligenza artificiale e hanno più potere di mercato, come Google e Apple” per ridistribuire il ricavato alla spesa sociale destinata ai lavoratori che perdono il lavoro a causa dell’automatizzazione. Questa la ricetta del premio Nobel che si scontra con le parole di Bill Gates, (rilasciate in questa recente video-intervista) secondo cui: “I robot stanno rubando il lavoro agli umani e per questo motivo i governi dovrebbero far pagare loro le tasse, così come è un dovere farlo per qualsiasi lavoratore”.
Secondo Joseph Stiglitz l’unico modo per non farsi “rubare” il lavoro dai robot sono le skills, un lavoratore in grado di formarsi continuamente avrà più facilità a reinventarsi dal punto di vista professionale quando alcuni lavori saranno svolti dall’automatizzazione. “A questo punto la domanda diventa come proteggere i lavoratori senza le skills che servono per rimanere sul mercato. Sicuramente bisognerà aumentare la spesa sociale”, ha detto Stiglitz e qui avanza la sua proposta su dove trovare i soldi per la spesa sociale: “provare a tassare l’intelligenza artificiale. O meglio, provando a tassare le aziende che ‘vendono’ l’intelligenza artificiale e hanno più potere di mercato, come Google e Apple”. Il professore della Columbia University poi ha aggiunto: “in questo modo si possono raccogliere più risorse con i prelievi dai profitti extra dei grandi gruppi e, magari, anche dai Ceo più pagati”.
Tra Bill Gates e Joseph Stiglitz in Italia, al momento, ha fatto più breccia il pensiero del fondatore di Microsoft, infatti l’idea di tassare i robot è approdata anche in Parlamento: è datata 3 agosto la proposta di legge a firma di tre deputati e denominata “Agevolazioni fiscali per l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale nella produzione di beni”. (L’intervista a Oreste Pastorelli, primo firmatario del disegno di legge)
In attesa di una normativa in materia, intelligenza artificiale e robot galoppano e molti lavori tradizionali saranno progressivamente sostituiti da qualche forma di automazione che di fatto prenderà il posto dell’attività umana. Ecco una decina di lavori che nei prossimi 10 anni sono destinati alle macchine, secondo un’analisi del sito MoneyTalks News.