Budget Ue 2014-20: si preannuncia battaglia al Parlamento Ue. La delusione di Neelie Kroes per i tagli al CEF: ‘Continuerò a battermi’

di Alessandra Talarico |

I fondi destinati allo sviluppo delle reti broadband sono passati dai 9,2 miliardi iniziali a 1 miliardo. L’eurodeputato Gianni Pittella: ‘scandaloso il dimezzamento delle risorse per le infrastrutture logistiche, energetiche e telematiche’.

Europa


Neelie Kroes

Che sarebbero stati i fondi per la banda larga a subire i più drastici tagli nei negoziati per l’approvazione del budget pluriennale della Ue 2014-20, lo si era preventivato da tempo. Nessuno però presagiva che il taglio sarebbe stato così clamoroso: nell’ambito del piano CEF, i fondi destinati allo sviluppo delle reti broadband, sono infatti passati dai 9,2 miliardi iniziali a 1 miliardo. Decurtazioni da cui però potrebbe innescarsi una vera e propria battaglia al Parlamento europeo, con gli eurodeputati che hanno subito fatto sapere che è “inaccettabile un budget basato su priorità del passato”.

Si sarebbero dovute supportare, piuttosto, “politiche proiettate sul futuro”, rafforzare “la competitività e la ricerca”, che sono invece le voci che sono uscite maggiormente penalizzate.

 

I tagli ai finanziamenti per la banda larga mettono a rischio la digitalizzazione delle aree rurali e svantaggiate.

Il Commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes che aveva più volte ribadito la necessità di non intaccare i finanziamenti per il CEF commentando ‘a caldo’ l’accordo sul budget si è detta “chiaramente delusa che gli Stati membri abbiano deciso di destinare al piano Connecting Europe Facility solo 1 miliardo rispetto ai 9,2 miliardi proposti dalla Commissione”.

Fondi che, tra l’altro, dovranno essere destinati non allo sviluppo delle infrastrutture, ma a quello dei servizi come l’eProcurement e l’eInvoicing.

“Questo mi dispiace perchè la banda larga rappresenta le rotaie su cui correranno tutti i servizi digitali del futuro ed è essenziale per il mercato unico digitale. E questo avrebbe potuto essere un modo innovativo e orientato al mercato per realizzarlo”.

Kroes, dopo tutti questi anni trascorsi a battersi per la banda larga non si dà, però, per vinta: “Siamo stati tutti d’accordo sugli obiettivi relativi alla banda larga per il 2020. Questi obiettivi sono ora più difficili da raggiungere ma dobbiamo restare concentrati: continuerò a combattere e sosterrò le innovazioni che aiuteranno la diffusione della banda larga nelle aree svantaggiate: il piano CEF era uno strumento importante per raggiungere i nostri obiettivi, ma non l’unico”

“Il budget può essere ancora catalizzatore di crescita e occupazione, come dimostra chiaramente anche l’aumento degli investimenti nella ricerca e l’innovazione nell’ambito del piano Horizon 2020”, ha affermato ancora, sottolineando che gli Stati membri “si sono ora accollati la responsabilità di investire coi propri fondi o con quelli strutturali europei, nelle aree a fallimento di mercato. Nelle altre aree devono aiutarci a rendere il mercato più integrato, coerente ed efficiente, con un migliore equilibrio tra rischio e rendimento”.

E ancora, Kroes si è impegnata a lavorare a stretto contatto con la Banca europea per gli investimenti per garantire la sua partecipazione attiva nei progetti per la banda larga, cercando di sfruttare al meglio il recente aumento di capitale della Banca di 10 miliardi di euro e si è detta pronta a “combattere e lavorare ancora più duramente per sviluppare un mercato europeo più favorevole per gli investimenti nella banda larga fissa e wireless”.

 

“Se i Governi nazionali non supporteranno un programma politico più ampio, i governi nazionali non conseguiranno le loro ambizioni sulla banda larga il digital divide…e rischiamo di non essere in grado di costruire un continente connesso e competitivo”, ha concluso.

 

L’enfasi sulle misure d’austerità è stata subito fortemente criticata da molti deputati. Parla di ‘sconfitta’ per l’Europa intera l’europarlamentare italiano Gianni Pittella, che definisce “scandaloso il dimezzamento delle risorse per le infrastrutture logistiche, energetiche e telematiche, come è da stigmatizzare la riduzione dei fondi per gli aiuti allo sviluppo che rappresentano un importante strumento di politica estera per l’Europa”.

 

“Il Parlamento europeo – anticipa Pittella – non potrà dare il suo assenso a questo accordo incurante della crisi sociale ed economica che attraversa l’Europa”.

 

La relatrice per la commissione affari economici e monetari Elisa Ferreira (S&D, PT), dopo il voto, ha anche ritirato il suo nome dal testo, non abbastanza critico, per lei, sull’impatto negativo dell’austerità sul crescita e occupazione, sottolineando che il voto è un “disservizio per i cittadini europei”.

 

“Delusione” è stata espressa anche da ETNO, secondo cui il taglio al budget del piano Connecting Europe Facility è una “opportunità mancata per la ripresa dell’economia europea”.

Per il presidente del board, Luigi Gambardella, “nel 2011, gli investimenti delle telco nelle reti fisse si sono attestati a 24,8 miliardi di euro e i membri ETNO hanno sostenuto il 67% di questa spesa. L’industria – ha concluso – trova sempre più difficile sostenere questo livello di investimento per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda digitale”.

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