Italia
Pubblichiamo di seguito il contributo di Cristoforo Morandini (Between) a margine del workshop “Sviluppo digitale in Lombardia”, promosso dalla Regione Lombardia e da Key4biz e tenutosi a Milano il 13 febbraio 2013.
L’appuntamento organizzato dalla Regione Lombardia e da Key4Biz sullo “Sviluppo Digitale in Lombardia” è stata un’utile occasione per fare il punto su quanto è stato fatto in questi ultimi anni in materia di banda larga, ma ancora più importante per comprendere le fondamenta sulle quali costruire l’ecosistema digitale che ci dovrà portare al traguardo degli obiettivi europei per il 2015 e la fine del decennio.
Broadband for All. L’Unione Europa chiede di garantire a tutti i cittadini europei la possibilità di collegarsi a Internet a banda larga entro il 2013 e la Regione Lombardia (insieme ad altre Regioni virtuosa) ha posto le basi per arrivare all’appuntamento con le carte in regola. Utilizzando le soluzioni proposte da alcuni WISP, che in Lombardia hanno fatto un ottimo lavoro, nonché i servizi satellitari il capitolo può considerarsi sostanzialmente chiuso.
Non solo banda larga. Il nodo gordiano dell’Italia sta però altrove e la Lombardia non ne è immune. Siamo e rimaniamo un Paese fortemente arretrato dal punto di vista dell’inclusione digitale della popolazione. Non poter contare su quasi il 40% di persone che non posseggono gli skills informatici basilari significa rimanere ai margini dell’economia digitale che è intrinsecamente globale e basata su elevate economie di scala. D’altro canto, ci dimentichiamo spesso che all’Italia mancano anche dei campioni digitali nazionali dal punto di vista dell’offerta, fatto che si ripercuote negativamente da un lato nelle offerte di servizi pensati per mercati molto diversi da quello italiano e, dall’altro, sul ricorso ad una miriade di piccoli attori locali che personalizzano soluzioni in modo talvolta poco efficiente anche per il cliente finale.
Oltre la banda larga. E’ vero che bisogna uscire dall’ansia infrastrutturale che porta a concentrarsi solo sulle infrastrutture, ma è altrettanto vero che non ci può essere sviluppo senza infrastrutture, e queste ultime richiedono periodo di realizzazione inevitabilmente molto lunghi. Il pilastro infrastrutturale non va quindi reso marginale, ma va avviata una nuova fase incentrata su un mix di soluzioni tecnologiche, sia di rete fissa che mobile.
Agenda Digitale Regionale. A prescindere da quanto accadrà a Roma, attraverso o meno l’Agenzia Digitale, lo sviluppo digitale richiede anche la creazione di un contesto favorevole anche a livello locale, perlomeno su quelle materie che sono strettamente radicate al territorio. Il passaggio di Legislatura deve essere un’occasione per progettare una nuova generazione di politiche di intervento nel digitale, traguardando gli obiettivi di medio-lungo periodo all’interno di un’Agenda Digitale Regionale che condivide degli obiettivi comunitari e nazionali, ma fa leva su eccellenze e specificità locali. Sanità e le troppo spesso dimenticate (per quanto riguarda l’innovazione) piccole imprese sono ad esempio due cantieri per i quali ci sono i presupposti per porre obiettivi ambiziosi e misurabili.
Come spesso accade, le buone pratiche non mancano e l’innesco di meccanismi virtuosi è più legato alla determinazione di alcuni pionieri illuminati che non a processi complessi. L’esperienza della Valle d’Aosta incentrata sul demand management, quella dell’Emilia Romagna che sta programmando un nuovo ciclo di programmazione sulla base di un attento check-up, piuttosto che il modello di business che sta sperimentando la stessa Regione Lombardia per l’allestimento a banda ultra larga di aree industriali sono altrettanti esempi di cose che possono concretizzarsi anche nel nostro Paese.
#lombardiadigitale: lo speciale di Key4biz