Alla New York University un Centro per lo sviluppo urbano di cleantech, internet delle cose e Big Data

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Il Center for Urban Science and Progress di NY presenta i primi progetti per riciclo rifiuti, energia pulita, trasporti intelligenti, innovazione sociale e dati aperti

Stati Uniti


NYU

Parlare di città in termini scientifici è quello che sta accadendo in più università e centri di ricerca. Non si tratta di trovare il mondo di misurare e quantificare i processi che sottostanno allo sviluppo urbano, o almeno non solo, perché le pulsioni di un’area metropolitana sono quanto di più eterogeneo e di confuso avviene ogni giorno sotto ai nostri occhi. Esiste una città collettiva e una città a misura di singolo che devono incontrarsi. Ecco perché si cerca di comprendere in che modo agire in questi processi comunitari e individuali per soddisfare grandi attese e dare vita a progetti di trasformazione dei nostri centri urbani ormai congestionati da inquinamento, traffico eccessivo e scarsa coesione sociale.

 

L’Università di New York ha da dato vita un anno fa al Center for Urban Science and Progress e proprio in questi giorni, in concomitanza all’inaugurazione dei nuovi uffici, ha presentato alla National Science Foundation quelli che sono i programmi di studio per i prossimi anni. Si tratta di progetti per l’istallazione e la sperimentazione di network di sensori cittadini, di nuovi strumenti per lo sviluppo e l’elaborazione dei Big Data, di Internet of Things, di soluzioni tecnologiche avanzate a favore della sostenibilità ambientale (la clean technology), di nuovi strumenti per rendere più efficienti a livello energetico i nostri uffici, le nostre case e i luoghi pubblici.

 

Obiettivi classici di una Smart city, ha commentato per il New York Times il direttore del centro, Steven E. Koonin, “percorsi per raggiungere velocemente ed in maniera semplice un nuovo standard di vita cittadina, più vivibile e pulita, dove alle automobili che fanno rumore e producono anidride carbonica si sostituiscono veicoli alimentati da energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili“.

Il centro sta studiando tutte le possibili strade, ad esempio, per tagliare i consumi energetici (acqua, luce e gas) del 50% entro il 2020. Praticamente in pochi anni si vuole cambiare una città come New York, con oltre 8 milioni di abitanti oggi, ma che presto supererà i 10 milioni, sulla scia di altri esempi a livello globale, tra cui Stoccolma e Singapore, riconosciute come Smart city in fase di forte sviluppo.

 

Oggi le città consumano sostanzialmente il 70% delle risorse energetiche globali, contribuendo significativamente all’inquinamento del pianeta e all’effetto serra, di cui cominciamo ad affrontare le conseguenze in termini di aumento delle temperature e di devastanti effetti climatici. La smart city non è un’utopia o un’idea di pochi, è ormai una strada obbligatoria se vogliamo sopravvivere ai nostri errori passati e il lavoro svolto da centri come quello dell’Università di New York, che vede come partner anche l’amministrazione cittadina, l’IBM, Cisco e Xerox, è il segno che qualcosa si sta muovendo in tal senso.

 

I dati in possesso delle pubbliche amministrazioni, delle aziende, delle organizzazioni cittadine, unitamente ai nuovi dati generati dalle reti di comunicazione elettronica, debbono essere messi in comune per aumentare le possibilità di intervenire in maniera efficace sui consumi energetici, la gestione del traffico, la costruzione di edifici intelligenti, la riduzione dell’inquinamento, l’offerta di servizi mobili al cittadino (sanità, istruzione, egovernment, banking, payment) e molto altro. Esempi anche qui ce ne sono, sempre a New York, con il Dipartimento di Polizia, che utilizza piattaforme informatiche e i Big Data per identificare criminali e prevenire reati, con ottimi risultati.

 

Secodo Koonin, “la disponibilità eccezionale di nuove tecnologie informatiche ci consente oggi di vivere la città in profondità, attraverso il flusso di dati che l’attraversa, capendo in maniera più precisa in che direzione bisogna muoversi e come lavorare per favorire l’emergere di nuove visioni e progettualità“. Il centro di ricerca dell’università di New York avrà accesso a tutti i dati a disposizione delle autorità pubbliche, secondo i nuovi accordi con la Pubblica Amministrazione cittadina, e i partner tecnologici forniranno le soluzioni necessarie per l’elaborazione delle informazioni necessarie allo sviluppo dei progetti in via di selezione al centro.

(f.f.)

 

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