Il meccanismo è semplice: premiare maggiormente chi realizza interventi che favoriscono di più l’efficienza energetica nelle case, nei condomini e in azienda. Questo sarebbe l’ecobonus “su misura” a cui stanno lavorando i tecnici del Ministero dello Sviluppo economico: l’obiettivo è modulare la percentuale delle detrazioni fiscali (oggi al 65% per tutti) in relazione al risparmio energetico atteso, premiando le azioni più efficienti si incentivano i cittadini a rendere più green le proprie abitazioni. Tra le novità anche l’introduzione di massimali di spesa per la tipologia d’intervento.
La proposta del Mise a breve sarà inviata al ministero dell’Economia per vagliare la compatibilità con le finanze pubbliche. Il Tesoro dovrà decidere se ci sono le risorse per dar vita all’ecobonus che premia di più chi effettivamente avvia un grande risparmio energetico in casa oppure prorogare di un anno la misura. Se c’è l’ok a rendere strutturale la proposta del Mise allora la riforma sarà inserita nella prossima legge di Bilancio.
L’ecobonus quanto ha fatto bene all’ambiente?
Il Decreto ecobonus, (convertito dalla legge n. 90/2013) ha aveva prorogato al 31 dicembre 2013 la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici e innalzato dal 55% al 65% la percentuale di detraibilità delle spese sostenute per il periodo che va dal 6 giugno 2013 (data di entrata in vigore del decreto) al 31 dicembre 2013. Secondo i dati aggiornati al 2014, grazie all’ecobonus, con il 65% di detrazioni fiscali, gli italiani hanno realizzato circa 300mila interventi per un totale di oltre 3,2 miliardi di investimenti attivati. All’ambiente quanto ha fatto bene? È stato stimato che gli interventi di efficientamento energetico abbiano prodotto, nell’arco di un anno, risparmi pari a 0,16 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio).
Con la nuova formula dell’ecobonus “più sfidante” i tecnici del Mise pensano che il risparmio energetico negli edifici in Italia possa aumentare sensibilmente. Al ministero dell’Economia prima e poi nel caso al Parlamento le decisioni sulla fattibilità.