Questi ultimi giorni di agosto sono caratterizzati dal botta e risposta tra il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e Tim-Vivendi. La società di Tlc, del quale il gruppo francese è primo azionista con una quota del 23,94%, ha depositato le memorie al comitato tecnico di Palazzo Chigi, al lavoro per verificare l’eventuale applicazione della Golden Power, la norma che consente al Governo italiano di esercitare nei confronti del colosso Tlc i poteri speciali che consentono di blindare una società qualora sia in pericolo l’interesse nazionale. Anche Vivendi ha inoltrato la sua documentazione aggiuntiva al comitato tecnico predisposto dal Governo per esaminare le carte e dare un giudizio sul cambio nel CdA di Tim.
È chiaro il messaggio inviato all’esecutivo dall’incumbent telefonico e dalla società francese attiva nel campo dei media e delle comunicazioni: “la nuova governance non sottende un mutamento della titolarità del controllo né un’alterazione degli assetti proprietari, ma costituisce esclusivamente una forma di gestione dell’impresa”. Per cui secondo Tim-Vivendi non ci sono le condizioni per l’applicazione della Golden Power perché non è mutato lo scenario di riferimento o il controllo con l’avvio dell’esercizio dei poteri di direzione e coordinamento del gruppo Tim da parte del socio francese. In sostanza, dicono, i francesi non controllano Telecom perché non hanno la certezza della maggioranza in assemblea.
La questione riguarda i poteri di “direzione e coordinamento” esercitati da Vivendi nel CdA, con l’attribuzione delle deleghe operative al numero uno del colosso francese Arnaud de Puyfontaine e la nomina del manager francese Amos Genish quale direttore operativo. La modalità dell’avvicendamento non è piaciuto al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che due giorni fa ha dichiarato: “riteniamo che la società avrebbe dovuto notificare il suo controllo e coordinamento” da parte di Vivendi, per questo motivo il Mise, il 31 luglio scorso, con una nota ha sollecitato un’istruttoria da parte del gruppo di coordinamento all’interno della presidenza del Consiglio al fine di valutare la sussistenza di obblighi di notifica e, più in generale, l’esercizio di poteri speciali sugli assetti societari di Tim.
Il comitato tecnico si dovrebbe esprimere tra circa 20 giorni. A metà settembre sapremo chi vincerà il braccio di ferro tra Calenda e Tim/Vivendi.