L’ingresso di Vivendi nell’arena italiana della pay tv potrebbe avere una duplice valenza. Da un lato, sbloccare la guerra in atto con Mediaset per la mancata acquisizione di Premium, convincendo il Biscione a partecipare alla joint venture con Tim per aggredire il mercato dei contenuti Premium. Dall’altro, l’offerta di contenuti Premium in esclusiva, cui si potrebbe aggiungere anche la Serie A, potrà di certo servire a Tim per difendere le sue quote di mercato dal temuto arrivo in Italia di Iliad.
Pay tv
Il piano di Vivendi di creare entro pochi mesi una joint venture fra Canal Plus e Tim per produrre e distribuire contenuti Premium, film e serie Tv, in Italia piace al mercato, ma la priorità per la conglomerata francese resta la soluzione della lite con Mediaset. La pensa così Tim Westcott, senior analyst della londinese IHS, che interpellato dal sito Variety giudica positivamente l’iniziativa del presidente Arnaud De Puyfontaine di unire le forze della francese Canal Plus e di Tim, anche se il mercato vede già la presenza di due player dominanti, Sky e Mediaset Premium.
“Abbiamo visto crescere leggermente il mercato italiano della pay tv, con l’ingresso di nuovi player in concorrenza con le piattaforme dominanti, e in molti casi si tratta di telco”, ha detto Wescott.
Telco e pay tv
Un trend già visto in diversi paesi, come ad esempio nel Regno Unito dove BT è entrata sul mercato e fa concorrenza a Sky “anche se Sky resta leader di mercato”. In Francia, mercato di casa per Canal Plus, un certo numero di operatori tlc offre già servizi di pay tv, come Orange e SFR, che fa parte del gruppo olandese via cavo Altice.
Il mercato italiano, però, è diverso e rischia di essere più complicato per Vivendi che controlla il 24% di Tim e il 29,9% di Mediaset, con cui la battaglia legale sembra più che mai in atto.
Il progetto
Il progetto Canale+ prevede la nascita di una joint venture, in cui Canal Plus avrà una quota di minoranza, per la produzione congiunta e l’acquisto di diritti per film e programmi per il mercato italiano e internazionale. Non è ancora chiaro se la nuova entità prenderà parte all’asta per i diritti della Serie A che si terrà in autunno, ma si tratta di una possibilità più che concreta tanto più che in passato Telecom Italia ha già detenuto i diritti.
L’obiettivo è cominciare con la produzione dei primi progetti entro ottobre e di uscire su un canale commerciale in streaming tramite Tim, che conta più di 12 milioni di clienti a banda larga in Italia. Un bacino potenziale non indifferente, tanto più che Timvision conta 1,2 milioni di clienti.
Vivendi vede nel progetto Canale+ un’occasione per mettere a frutto in Italia le sue serie Tv e il catalogo di 6.500 film di Studio Canal.
Convergenza
Sarà ora compito di Amos Genish, neo direttore operativo di Tim grande esperto di convergenza, concretizzare questo progetto superando in qualche modo le resistenze della famiglia Berlusconi, scottata dall’affaire Premium e dalla scalata “ostile” di Vivendi.
Il progetto canale+ sembra quindi disegnato appositamente per aggirare lo scoglio Mediaset e riprendere il filo del grande progetto strategico di Vincent Bollorè, vale a dire la creazione di un grande polo mediterraneo dei media da contrapporre a Netflix (e Sky).
Di certo, Canale+ potrebbe rappresentare anche una via d’uscita una porta aperta per Mediaset, che potrebbe decidere di entrare come terzo socio nell’operazione, uscendo così dallo stallo di un conflitto con Vivendi che si è rivelato paralizzante per Premium. Vedremo se il neo amministratore delegato di Premium, Adriano Galliani, vorrà cogliere la palla al balzo.
Iliad
Nel breve, Canale+ dovrebbe far parte della proposta di contenuti esclusivi ai clienti Tim per contrastare e prevenire il prossimo sbarco in Italia di Iliad, il quarto operatore mobile in arrivo all’inizio del 2018 che minaccia di scuotere non poco il mercato con le sue offerte super low cost.