Campo di gioco

Diritti Tv, autunno caldo per l’asta della Serie A

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Botta e risposta fra Vivendi e Mediaset in vista dell’asta d’autunno che si annuncia movimentata, con il possibile ingresso di Canale+, la joint venture di Vivendi e Tim per la produzione e di contenuti televisivi.

Botta e risposta a distanza fra Vivendi e Mediaset in vista dell’asta per l’assegnazione dei diritti della Serie A che si terrà il prossimo autunno. Da una parte Vivendi, che ieri lascia trapelare il progetto per la costituzione in tempi stretti di una joint venture con Tim per la produzione e distribuzione di contenuti televisivi, con possibile interesse per l’acquisizione di diritti sportivi (vedi Serie A). Dall’altra, a stretto giro, la replica a distanza di Mediaset con la nomina di Adriano Galliani, ex amministratore delegato del Milan, alla presidenza di Mediaset Premium. Una nomina forte, visto lo strettissimo legame di Galliani con Silvio Berlusconi, salutata con entusiasmo da Piersilvio Berlusconi, ad di Mediaset: “Sono contento che Adriano abbia accettato la nostra proposta di unirsi a Premium: si tratta di un rafforzamento importante in vista della prossime scadenze legate ai diritti tv della Serie A”.

Riflettori puntati sull’asta d’autunno

Insomma, dopo il flop dell’asta di Serie A, quella in programma per l’autunno si annuncia infuocata. Mediaset Premium non può certo permettersi di perdere anche la Serie A per il triennio 2018-2021, avendo già perso il treno della prossima Champions League, finita in esclusiva a Sky.

L’ingresso dell’asse Vivendi-Tim nella tenzone riaccende i riflettori sulla Serie A.

Ad aprire le danze ieri è stata Vivendi, che nell’ambito del Cda di Tim per l’annuncio del divorzio consensuale con l’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha lasciato trapelare l’intenzione di procedere all’integrazione fra la sua pay tv francese Canal+ e Tim, per il prossimo lancio a ottobre di una nuova joint venture, a maggioranza italiana, per la costituzione di un nuovo canale pay, Canale+, per lo sviluppo congiunto di contenuti premium on demand, che oltre a fiction e film si possa dedicare anche all’acquisto di diritti sportivi. Un soggetto nuovo, che si posizionerebbe su un mercato, quello della pay tv italiana, dominato da Sky, con la concorrenza di Mediaset Premium e altri soggetti emergenti come gli OTT, da Netflix a Amazon. Un mercato, quello della pay italiana, che però non cresce più da tempo e resta stabile intorno ai 7 milioni di abbonati e su cui per il momento Netflix non ha inciso più di tanto. Una torta che fa gola a molti ma che con l’arrivo di un nuovo player di peso rischia di rimpicciolirsi, tanto più che gli OTT (a sorpresa) hanno disertato i pacchetti per la trasmissione delle partite via web.

Le cose cambieranno in autunno? Vedremo, di certo ci spera la Federcalcio e anche le squadre di A, soprattutto quelle medio piccole, molte delle quali senza i proventi dei diritti Tv rischiano il default.

Messaggio a distanza

Un messaggio a distanza da parte di Vincent Bollorè a Mediaset, che potrebbe a questo punto decidere di tornare al tavolo con i francesi dopo l’interruzione dei rapporti in seguito alla rottura su Premium, per il mancato acquisto della pay di Cologno da parte di Vivendi.

La partita è aperta. Resta da capire la strategia di Galliani. Sedersi al tavolo con l’asse Vivendi-Tim (Canale+) oppure sfidare la concorrenza senza scendere a compromessi. Vedremo.

Di certo Mediaset punta molto sull’ex ad del Milan. “Alla vigilia dei nuovi bandi d’asta d’autunno per i diritti tv della Serie A 2018-2021, la presenza ai vertici Premium di una figura di grande esperienza nel mondo dello sport e dei diritti tv assicura alla società autorevolezza di standard assoluto. Con l’arrivo di Galliani – che si affianca all’Amministratore Delegato Marco Leonardi nominato lo scorso marzo – si completa il nuovo assetto di vertice di Mediaset Premium destinato a guidare la società nelle prossime stagioni e ad avviare il processo di digital transformation”.

 

Premium senza Milan?   

Immaginare Mediaset Premium orfana della Serie A, visto il Milan stellare che sta nascendo con la nuova proprietà cinese guidata da Yonghong Li, sembra difficile. Ma Galliani dovrà usare tutto il suo “savoir faire” per non restare all’asciutto o quanto meno per creare sinergie a trovare compromessi. Come ha fatto per più di trent’anni in sede di calcio mercato.

Resta poi da capire se in questo contesto sarà valido l’”approccio opportunistico” ai diritti del calcio da tempo annunciato da Premium per rimettere in ordine i conti, su cui pesa l’affaire Vivendi.

Ma sotto elezioni politiche, con Silvio Berlusconi in risalita nei sondaggi, con il Milan stellare di quest’anno e Galliani presidente di Premium, uno sforzo economico per l’acquisto dei diritti sembra più che plausibile. Bisogna capire come.

Fantacalcio? Vedremo.

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