Italia
Mediaset apre la seduta balzando al +7,4%, per poi assestarsi nel pomeriggio intorno al +4,67% a 1,635 euro, con l’indice di riferimento FTSE MIB a +1,68%, dopo aver ricevuto l’upgrade di Goldman Sachs a “neutral” da “sell”, con target price rivisto a 1,7 da 1,3 euro.
In una nota commenta: “Continuiamo a vedere rischi di breve termine relativamente alla pubblicità italiana, con gennaio-febbraio in calo del 20% per Mediaset, anche se questo è in parte dovuto alle elezioni italiane”.
La banca d’affari americana evidenzia, inoltre, le pressioni competitive sia nella tv in chiaro che nella pay-tv da parte di Sky Italia e Discovery. Il settore rimane contraddistinto da una forte competitività e nonostante lo switch-off analogico-digitale sia stato completato lo scorso anno lo share è ormai sempre più frammentato e Mediaset continua a perdere punti (Canale 5 ha subito un calo del 10% annuo, peggio di quanto fatto nel 2010 e 2011)
Ma per Goldman i confronti in termini di audience potrebbero essere meno penalizzanti a partire dalla seconda metà del 2013.
Da quando hanno inserito Mediaset nella “sell list” in dicembre il titolo ha perso il 20% contro una media del settore europeo che invece ha guadagnato il 26%.
Goldman Sachs ha tagliato le stime sull’advertising del 7% nel 2013 rispetto al precedente -4,5%, ma ha alzato leggermente le stime per il 2014 in linea con la crescita attesa del PIL. Gli analisti ipotizzano un taglio di costi superiore alle stime fornite dalla stessa Mediaset (270 milioni rispetto ai 250 comunicati dal gruppo). Alla luce di queste previsioni e dei multipli applicati Goldman Sachs ha alzato il target price a 12 mesi.