La Corte di giustizia dell’Unione europea ha riconosciuto la responsabilità diretta e non più indiretta degli amministratori di siti di file sharing. E’ una nuova pagina per la tutela dei contenuti audiovisivi sul web e chiarisce una volta per tutte il concetto di responsabilità per gli intermediari della rete nella divulgazione dei contenuti illegali caricati dagli utenti.
In linea di continuità con le decisioni prese nei casi Telekabel, BestWater, GSMedia e Wullems, si ribadisce che gli amministratori delle piattaforme online sono responsabili verso i titolari dei diritti sui contenuti caricati illecitamente dagli utenti.
In merito al caso in questione, relativo al noto portale “The Pirate Bay”, ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV, “la Corte sottolinea il ruolo “imprescindibile” degli amministratori nella messa a disposizione di opere protette da Diritto d’Autore. Ribadisce soprattutto che l’indicizzazione dei contenuti e la loro messa a disposizione del pubblico rappresentano elementi da valutare al fine dell’esclusione dal ‘safe harbor’ dei fornitori di servizi online”.
“Chiediamo agli Over the Top di trarne le conseguenze e adoperarsi subito e in modo incisivo a tutela del Diritto d’Autore”, ha sottolineato Bagnoli Rossi, perché “si tratta di una decisione cruciale dalle conseguenze importanti anche in merito alle attività di rimozione dei contenuti e sul ruolo stesso che gli intermediari e operatori del web hanno in tale ambito”.
“Gli Over the Top – ha proseguito il Segretario Generale FAPAV – si devono adoperare subito ma le loro responsabilità nella tutela dei contenuti devono essere definite dalle Istituzioni competenti in maniera precisa, poiché la loro collaborazione in tal senso è oramai divenuta indispensabile. Le riforme europee previste nell’ambito del Mercato Unico Digitale non potranno non tenerne conto”.
Ogni giorno in Italia 20 milioni di persone consuma illegalmente contenuti online protetti da diritto d’autore. L’anno scorso, secondo i nuovi dati sulla pirateria audiovisiva in Italia, presentati a Roma lo scorso 5 giugno da FAPAV/Ipsos, sono stati commessi 370 milioni di atti di pirateria.
Complessivamente, si legge nell’indagine, sono stati persi 6.500 posti di lavoro; 686 milioni di euro è la stima del fatturato perso dall’industria audiovisiva; 427 milioni di euro il danno stimato sul PIL italiano; 198 milioni di euro la stima dei mancati introiti fiscali.