Telecom Italia: per Banca Akros, la fusione con 3 ‘potrebbe creare sinergie significative’

di Alessandra Talarico |

Se fossero vere le indiscrezioni di un’offerta Hutchison a 1,2 euro per azione, l’operazione avrebbe senso dal punto di vista industriale, ma Marco Fossati (Findim), sarebbe semplicemente un’operazione ‘tattica’ sul mercato mobile italiano.

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Franco Bernabè

“Telco non ha avuto alcun contatto, neppure informale, con il gruppo Hutchison Whampoa o con Telecom Italia e che non sono stati ricevuti o scambiati documenti sul tema in oggetto”.

Su richiesta della Consob e in riferimento alle ultime indiscrezioni di stampa, la holding che controlla Telecom Italia e che oggi terrà il suo cda, ha inoltre comunicato che “gli azionisti di Telco non hanno avuto recenti contatti, neppure informali, con il gruppo Hutchison Whampoa o con Telecom Italia, né sono stati scambiati documenti, sul tema in oggetto”.

 

Ieri, Il Messaggero aveva riferito che il conglomerato cinese sarebbe pronto a rilevare il 29,9% di Telecom Italia, a un prezzo non superiore a 1,2 euro per azione.

 

Secondo gli analisti di Banca Akros “questo prezzo è attraente per il mercato anche se potrebbe riguardare solo Telco e non gli azionisti di minoranza di Telecom Italia”.

Secondo Akros, che ha confermato il giudizio ‘accumulate’ sul titolo, con target price fissato a 0,80 euro, la fusione, ha “molto senso da un punto di vista industriale e potrebbe creare sinergie significative”.

 

Anche Marco Fossati, che attraverso la Findim controlla il 5% di Telecom Italia, ha riferito in un’intervista a Il Sole 24 Ore, di non essere stati contattato da nessuno, sottolineando per altro che secondo il suo giudizio, formulato sulla base delle indiscrezioni riportate dalla stampa, i multipli dell’operazione sarebbero ‘irrealistici’.

L’integrazione con 3 Italia, secondo Fossati, “non ha valenza internazionale”, ma sarebbe semplicemente un’operazione ‘tattica’ sul mercato mobile italiano.

Pur ritenendo doveroso che Telecom consideri l’offerta, quel che conta è la “convenienza economico-industriale” ha detto ancora Fossati, spiegando che secondo lui il mondo delle tlc italiane è ancora arroccato sui servizi tradizionali mentre per recuperare quote di mercato ci si dovrebbe concentrare di più sui servizi innovativi quali Ict, domotica e sanità.

 

Ieri, intanto, anche Telefonica è intervenuta per smentire le indiscrezioni che la vorrebbero prossima a lasciare Telco (Leggi articolo Key4biz), sottolineando che l’investimento in Telecom Italia non è di natura finanziaria ma industriale e, pertanto, di lungo periodo.

 

In attesa del consiglio di domani, in cui sarà presentata la proposta di Hutchison Whampoa, il titolo Telecom Italia tira il freno a Piazza Affari, registrando una flessione di circa l’1% a 0,59 euro, dopo aver chiuso ieri a +3,8%.

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