“È impossibile non comunicare” recita il primo assioma della Comunicazione definito dagli studiosi della scuola di Palo Alto (California). Ed è facile aggiungere oggi “non si non può non comunicare con i social network”. Eppure chi per legge ha l’obbligo di comunicare con i cittadini utilizza poco o per niente la modalità dei social per farlo, ma si limita all’Uffici per le relazioni con il pubblico (URP). “Un terzo delle Pubbliche amministrazioni sono assenti sui social network”. Il dato è stato scoperto dal gruppo di lavoro formato da comunicatori e giornalisti del governo che ha contribuito alla stesura del volume ‘PA Social – Viaggio nell’Italia della nuova comunicazione tra lavoro, servizi e innovazione’, curato da Francesco Di Costanzo. Il libro realizza, per la prima volta nel nostro Paese, un focus sul rapporto tra pubblica amministrazione, nuovi strumenti di comunicazione e lavoro. E dai risultati, presentati oggi a Firenze, è emerso, tra gli altri, che attraverso i social network il 91% dei cittadini vuole dalla Pubblica amministrazione informazioni in tempo reale e nel 63% dei casi una comunicazione per migliorare il rapporto utenti-Istituzioni.
Un terzo delle PA è assente da social, 58 su 154 sono contemporaneamente presenti su Twitter, Facebook e YouTube. @LivioGigliuto a #PAsocial pic.twitter.com/v3J8E2CnxY
— GiornaleProCiv (@giornaleprociv) 13 aprile 2017
Cosa vogliono i cittadini dalla PA sui social?
Gli italiani chiedono alla Pubblica amministrazione, ma anche alle aziende private, di usare di più i social network e soprattutto vogliono poter partecipare maggiormente e avere un dialogo diretto: informazioni in tempo reale (91%), avere la possibilità di segnalare disservizi e problematiche (90%), trovare informazioni su prodotti e promozione del territorio (89%), poter proporre eventi e nuove iniziative (89%). In molti considerano i social network strumenti utili: nella pubblica amministrazione per avere un rapporto migliore con i cittadini (63%), nelle aziende per migliorare i propri servizi (77%) e incrementare il fatturato (73%), sia per il settore pubblico che per quello privato sono un valore aggiunto per trovare lavoro (71%). Quanto i cittadini credono affidabili le informazioni fornite sui social network da PA e aziende? Per il 56% degli italiani sono molto/abbastanza affidabili le notizie che arrivano dalle aziende, si scende al 48% per quanto riguarda la pubblica amministrazione. I dati dimostrano come resti forte ancora la diffidenza dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione e che proprio strumenti di apertura e vicinanza come i social network siano considerati positivi per un nuovo rapporto con la cittadinanza. “I cittadini indicano la strada, il servizio pubblico deve esserlo anche dal punto di vista della comunicazione – ha spiegato l’autore del libro, Francesco Di Costanzo – che poi ha aggiunto “i social sono ormai strumenti di utilità, di servizio pubblico, fonte di lavoro e di un nuovo rapporto tra Pa e cittadini”.
I social network utili per trovare lavoro
Nell’indagine pubblicata nel volume “PA Social” si legge che per il 60% degli italiani i social network sono importanti strumenti di utilità e sono, e lo saranno sempre di più in futuro, un’importante occasione anche per il mondo del lavoro: infatti sei italiani su dieci considerano le piattaforme di nuova comunicazione professionalmente importanti (social ma anche chat come WhatsApp e Telegram) e un po’ a sorpresa sono gli italiani dai 55 anni in su a pensare che i social network rappresenteranno sempre di più un’occasione di lavoro. Speriamo lo capiscano di più anche i giovani disoccupati…
La #pasocial deve raggiungere il cittadino per: educare, coinvolgere, informare pic.twitter.com/VSSUPk7pbe
— Francesca Cecconi (@nuppolina) 13 aprile 2017