Tra pochi mesi si decideranno le sorti del calcio che conta in tv. Cresce, infatti, l’attesa per le aste di assegnazione dei diritti di trasmissione della Serie A e della Champions per il triennio 2018-2021. Tanti i player in campo e tutti vorrebbero essere della partita, anche perché per la prima volta le aste, in particolare quella indetta dalla Lega Calcio, saranno predisposte sia per favorire l’ingresso di nuovi operatori sia per veicolare i contenuti su nuove piattaforme.
Le aste multipiattaforma
A gennaio l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha bocciato la bozza con le linee guida della Lega Calcio sulle modalità di commercializzazione dei diritti Tv perché “non risulta possibile verificare che la definizione dei pacchetti, operata successivamente dalla Lega Calcio, soddisfi le condizioni di equità, trasparenza e non discriminazione, tali da non compromettere la concorrenza nei mercati televisivi e radiofonici”. Pertanto l’AGCM ha chiesto alla Lega Calcio di “apportare alcune modifiche alle linee guida” per i propri profili di competenza. Infatti, secondo la legge Melandri oltre all’Antitrust i criteri per l’assegnazione dei diritti televisivi devono essere approvati anche dall’Agcom. Un doppio controllo per la chiave che apre la cassaforte delle squadre di calcio.
Diritti tv Serie A, per i club sono più della metà dei ricavi
L’incidenza media dei ricavi da diritti tv nei primi 10 campionati europei è pari al 37% contro il 58% dell’Italia. Il resto proviene ricavi commerciali, stadio e altro genere di ricavi. Il dato è contenuto alla 6a edizione del ReportCalcio, lo studio della Figc sviluppato in collaborazione con l’Agenzia di ricerche e legislazione (Arel) e PricewaterhouseCoopers (Pwc).
Mediaset ha comprato i diritti tv della Champions League per circa 700 milioni di euro per il triennio 2015-2018. Una scelta che ha pesato notevolmente sul bilancio di Premium. Dopo il saltato accordo per la cessione della pay tv a Vivendi, qualcuna sostiene che si potrebbe trovare l’accordo in vista della prossima asta della Champions, a inizio d’anno. Ma non solo. A giugno Mediaset, Infront, Lega Calcio e Sky hanno presentato ricorso al TAR contro il provvedimento dell’Antitrust che li accusava di essersi spartiti i diritti tv della Serie A, fissando una multa complessiva di 66 milioni di euro. Il Tar del Lazio ha poi annullato la sanzione perché, si legge nella sentenza, “l’Autorità aveva errato nel definire l’intesa come restrittiva ‘per oggetto’, motivando che lo scopo e il risultato perseguito dalla concertazione avvenuta tra le parti era di rimuovere proprio un esito dell’asta contrario alla Legge Melandri e che avrebbe prodotto una situazione di pressoché monopolio di Sky. L’Autorità ha impugnato la sentenza di fronte al Consiglio di Stato.
La partita tra Broadcaster, telco e Over the Top
In attesa del verdetto tutti gli occhi sono puntati sulla nuova asta per il triennio 2018-2021 che non potrà avere, come previsto dalla Legge Melandri, un unico operatore televisivo che si aggiudichi in esclusiva i diritti tv della Serie A su tutte le piattaforme (satellite, digitale terrestre e internet/mobile) ma sarà possibile invece ottenere l’esclusiva per le stesse partite contemporaneamente su due piattaforme, come ad esempio la combinazione satellite-digitale.
E’ quanto indicato nelle linee guida ufficiali per la gara per i diritti tv che la Lega di Serie A ha inviato nuovamente all’Antitrust per l’approvazione.
Nel documento, come riporta l’agenzia Radiocor, la Lega precisa il significato del divieto per un operatore di accaparrarsi tutti le licenze tv:
- a nessun operatore sarà permesso acquistare tutti i pacchetti di diritti in vendita ma il numero massimo acquistabile da un unico soggetto sarà pari al numero totale dei pacchetti meno 2;
- non è permesso acquistare pacchetti che permettano a un solo soggetto di avere match in esclusiva contemporaneamente su satellite, digitale e internet.
Nelle linee guida la Lega Calcio conferma la volontà di procedere a una asta per le licenze di Serie A sulla base di un criterio per piattaforma (match per il satellite, per il digitale e per internet) oppure per prodotto mettendo in competizione le piattaforme sullo stesso tipo di eventi.
Scendono in campo gli Over the Top con Amazon?
In questa nuova modalità di assegnazione si inserisce nella gara anche Amazon che vorrebbe/potrebbe trasmettere le partite della Serie A sul web. Già negli USA l’Ott con 50 milioni di dollari si è aggiudicato i diritti per trasmettere, tramite il proprio servizio on demand Video, disponibile per gli utenti ‘Prime’, 10 gare di football del Thursday Night. Nel nostro Paese ha le carte in regola per fare lo stesso con l’obiettivo di aumentare gli iscritti al servizio ‘Prime’, ma anche affermare le dirette in videostreaming dei match di calcio.
L’ipotesi non è bizzarra perché le trasmissioni live in streaming degli eventi sportivi è una parte del nuovo modello di business degli Over The Top. Apripista è stato Facebook che ha trasmesso in streaming le gare di Copa del Rey nei Paesi che non possedevano i diritti tv.