Unione Europea
In Europa ci sono oggi più di 40,4 milioni di Tv connesse ed entro il 2016 potrebbero entrare nella maggior parte delle case dei cittadini dell’UE.
Sono ormai milioni gli europei che seguono le loro serie Tv preferite sullo smartphone mentre vanno al lavoro, guardano contenuti online sul televisore del salotto o caricano sul web contenuti da loro creati.
Questi cambiamenti stanno riducendo sempre più le distanze tra i consumatori, le emittenti radiotelevisive e internet. La Commissione vuole analizzare le possibili implicazioni di questa convergenza tra tecnologia e contenuti per la crescita economica e l’innovazione europee e misurarne l’impatto in termini di diversità culturale e sui consumatori, in particolare i minori (Leggi Articolo Key4biz).
Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione Ue e Commissario per la Digital Agenda, ha dichiarato: “La TV connessa è la prossima rivoluzione nel mondo creativo e digitale. La convergenza tra i settori offre ai cittadini una più ampia scelta di contenuti, ma crea al contempo difficoltà e sfide. Un dibattito a livello dell’UE ci permetterà di affrontare questi cambiamenti, di contribuire alla crescita delle imprese, di incoraggiare la creatività e di difendere i nostri valori”.
Il Libro verde che la Commissione ha adottato oggi invita le parti interessate e il grande pubblico a condividere le loro opinioni (entro la fine di agosto 2013) su alcuni aspetti fondamentali.
Le regole del gioco: come creare le giuste condizioni per consentire alle imprese dinamiche dell’UE di affrontare la concorrenza internazionale (soprattutto quella statunitense), tenendo conto in particolare del fatto che le concorrenti possono essere soggette a regole diverse?
La protezione dei valori europei (inclusa la libertà dei media) e degli interessi degli utenti (per es., la tutela dei minori, l’accessibilità per gli utenti disabili): i cittadini si aspettano un livello di protezione maggiore per i programmi TV rispetto ai contenuti internet? Dove sta la linea di demarcazione?
Mercato unico e norme comuni: a quanto pare alcuni dispositivi non funzionano allo stesso modo nei diversi Stati membri. Come promuovere un contesto tecnologico adeguato?
Finanziamenti: in che modo la convergenza tecnologica e l’evoluzione del comportamento dei consumatori influenzeranno il finanziamento di film, spettacoli televisivi e altri contenuti? Quale sarà il contributo dei diversi soggetti coinvolti nella nuova catena del valore?
Apertura e pluralismo dei media: è opportuno che le autorità pubbliche intervengano sui meccanismi di filtraggio predefiniti, per esempio nei motori di ricerca? Le attuali pratiche in materia di contenuti di grande richiamo (grandi eventi sportivi o film di successo recenti) sono tali da ostacolare, a livello di prezzi all’ingrosso, l’accesso al mercato e la sostenibilità delle attività delle imprese? Le piattaforme sono sufficientemente aperte?
Questa nuova realtà è già oggetto di discussioni in molti Stati Membri e al Parlamento europeo. I pareri sono discordanti per quanto riguarda il modo di procedere: alcuni chiedono di modificare subito la normativa, altri si ritengono per il momento soddisfatti dello status quo, mentre altri ancora auspicano un sistema di autoregolamentazione e coregolamentazione. Il Libro verde non prevede alcuna azione, ma, nel darvi seguito, la Commissione potrebbe vagliare diverse risposte normative e politiche, tra cui l’autoregolamentazione. (r.n.)