Mercato unico tlc. Luigi Gambardella al WSJ Europe: ‘Snellire la regolamentazione e rimuovere gli ostacoli al consolidamento’

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E’ questa la richiesta che il presidente del board ETNO ha ribadito dalle pagine del Wall Street Journal Europe, sottolineando la necessità di ripensare struttura e regole di un mercato troppo frammentato.

Europa


Luigi Gambardella

Fino a pochi anni fa, l’Europa era leader negli investimenti e nell’innovazione nella telefonia mobile. Ma dai tempi del GSM e della supremazia di aziende come Nokia, lo scenario è radicalmente cambiato: il mercato è pesantemente regolamentato ed eccessivamente frammentato e gli operatori – chiamati a investire nelle reti di nuova generazione – non riescono a tenere il passo con la crescita dei competitor americani e asiatici.

I ricavi del settore sono in calo – tra il 2007 e il 2011 sono scesi dell’8% – e a farne le spese non sono solo le aziende tlc, ma l’intera economia europea.

 

Per invertire questa tendenza, è necessario che la nuova strategia Ue, che la Commissione presenterà entro la fine di quest’anno, “snellisca la regolamentazione e rimuova ostacoli al consolidamento del settore”.

E’ questa la richiesta che il presidente del board ETNO, Luigi Gambardella, ha ribadito dalle pagine del Wall Street Journal Europe, sottolineando che il precedente approccio Ue, che pure ha consentito la liberalizzazione dei mercati nazionali e facilitato l’accesso ai servizi, ha dato luogo a una “regolamentazione assai invasiva dell’accesso all’intero mercato e portato in molti casi a una struttura di mercato inefficiente”.

 

Il costante calo dei ricavi, che ha portato all’indebolimento della competitività e della capacità di investire dei player europei, è legato principalmente all’eccessiva frammentazione del mercato, che non ha uguali nel resto del mondo: in Europa convivono più di 1.200 operatori fissi, 100 operatori mobili, 200 operatori virtuali e 1.500 operatori via cavo. Per fare un confronto, in Cina si contano appena 3 operatori, mentre negli Usa l’86% di un mercato da 330 milioni di utenti è controllato da 4 operatori.

“In Europa – spiega Gambardella – ci sono 645 milioni di utenti e ci vogliono 15 operatori per raggiungere quella quota di mercato”.

 

Gli operatori di telecomunicazioni europei possono contribuire alla ripresa dell’intera economia, ma “è necessario ripensare l’intera struttura del mercato e la strategia regolamentare”, ha affermato ancora Gambardella, sottolineando che “il consolidamento, sia all’interno che al di fuori dei confini nazionali, è di vitale importanza” dal momento che “permettere agli operatori di raggiungere economie di scala è cruciale per lo sviluppo delle infrastrutture a banda larga di nuova generazione”.

 

Allo stesso modo è necessaria, secondo Gambardella, “un’accurata revisione della politica dello spettro”. Una revisione che prenda in considerazione l’effetto negativo degli elevati costi delle aste e dell’eccessiva frammentazione dei sistemi nazionali di assegnazione delle frequenze e consenta agli operatori di recuperare gli investimenti in un arco di tempo più breve.

 

Pur riconoscendo la validità della strategia Ue, volta a mantenere i prezzi bassi nei mercati nazionali invece di promuovere la concorrenza in tutto il mercato unico in una fase in cui il settore era ancora in una fase di crescita, è necessario ora cambiare approccio: “Oggi – conclude Gambardella – tale politica non è più ragionevole, credibile o efficace. In un mondo interconnesso e digitale il mercato geografico più rilevante è quello globale e di questo fatto dovranno tenere conto le prossime politiche industriali e antitrust europee”. (a.t.)

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