Antitrust

Consolidamento Tlc. Strand Consult, 4 fattori da considerare per un merger

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Operatori Tlc, regolatori e autorità Antitrust devono adeguare le regole alle nuove condizioni del mercato. Quattro fattori da considerare secondo Strand Consult per fissare i giusti rimedi in fase di merger.

Il consolidamento nel mercato delle Tlc sta prendendo piede un po’ ovunque a livello globale, soprattutto in Europa. In passato, per valutare l’opportunità di un merger, il regolatore guardava in primo luogo al numero complessivo di player presenti sul mercato e alle quote di mercato delle nuove entità frutto di eventuali fusioni. Questo tipo di approccio era appropriato quando un operatore deteneva una sola rete e offriva un solo servizio, come la telefonia o la tv lineare. Ma oggi il mondo è cambiato perché le reti offrono servizi in concorrenza fra loro.

Le varie autorità di regolazione potrebbero richiedere per questo dei “rimedi” come condizione vincolante per dare il via libera ad un merger. John Strand, Ceo di Strand Consult, ha fissato i quattro fattori che contribuiscono maggiormente alla concorrenza nel mercato delle Tlc, auspicandone l’inserimento nel novero dei rimedi da considerare per il consolidamento nel settore.

Questa la visione della società di analisi Strand Consult, secondo cui sono quattro i fattori da considerare in vista di un merger oggi:

1) La concorrenza degli Over The Top

2) L’evoluzione delle tecnologie di rete

3) se le parti in causa sono fornitori di un singolo servizio oppure se sono full service provider

4) i futuri sviluppi della regolazione

  1. Concorrenza degli Over the Top (OTT)

Gli OTT fanno concorrenza alle telco in un ampio spettro di servizi di comunicazione e sui contenuti. Gli utenti possono facilmente adottare in maniera complementare ai tradizionali servizi delle telco altri servizi analoghi, se non sostitutivi, offerti dagli OTT, soprattutto servizi di messaggistica istantanea e video.

Ad esempio, Skype può essere usato per telefonate transcontinentali; Facebook e WhatsApp per la messaggistica, YouTube e Natflix per i video.

Un vantaggio che hanno gli OTT rispetto ai network provider è che possono offrire i loro servizi senza investire nelle reti sulle quali il loro servizio viene fornito.

  1. L’evoluzione delle tecnologie di rete

Gli operatori dal canto loro hanno investito in maniera massiccia per migliorare le loro reti di trasmissione per il trasporto di un’ampia gamma di nuovi servizi.

Ai vecchi tempi, soltanto i fornitori di tv via cavo usavano le loro reti per fornire servizi di tv lineare. Oggi invece possono offrire banda larga, telefonia e video on demand. La piattafroma di rete evolve e con essa la base clienti, aumentando il business e la concorrenza dell’operatore.

  1. Fornitore di un singolo servizio o full service provider

C’è una grande differenza fra un operatore quad play e un operatore che fa solo il mobile. Gli operatori si distinguono nel tipo di prodotti che offrono, un fattore importante da considerare in sede di valutazione di un merger.

Per esempio, un operatore mobile offre soltanto servizi mobili mentre un operatore fisso può offrire banda larga, Tv, telefonia e wireless. Essere un one-stop shop per i consumatori è un modello di business diverso dall’operatore puro.

  1. Cambiare la regolazione nell’orizzonte temporale degli investimenti

    La regolazione delle telecomunicazioni non è una cosa statica. Gli operatori che investono in nuove reti o per l’acquisto di licenze per nuove frequenze si trovano di fronte a scelte regolatorie che cambiano le regole del gioco a posteriori, quando l’investimento è già stato fatto. Per questo è difficile per gli operatori pianificare in anticipo gli investimenti in nuove reti, il che non piace agli investitori che non amano il rischio regolatorio. Come nel caso dei prezzi wholesale o della net neutrality.

Guardando ai più recenti casi di merger in Europa, secondo Strand Consult, sembra che le autorità antitrust e i regolatori non abbiano preso in considerazione questi quattro aspetti.

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