Clima teso oggi al tribunale di Milano per il primo round nella battaglia legale tra Mediaset e Vivendi sulla vicenda Premium. Il legale difensore della media company francese, Giuseppe Scassellati Sforzolini, secondo quanto riportano le agenzie, ha presentato una ‘domanda riconvenzionale per diffamazione’ per ottenere un risarcimento danni in relazione alla diffamazione che avrebbero subito, attraverso i media, nella vicenda che li vede contrapposti a Mediaset.
Nei mesi scorsi, Vivendi, tramite un portavoce, aveva fatto sapere di non “accettare di essere accusata di non onorare i contratti”, “riservandosi ogni azione per tutelare la sua onorabilità”, compresa una causa per diffamazione.
Dal canto suo, Fininvest ha presentato una richiesta di risarcimento per la violazione del patto parasociale, allegato del contratto siglato tra le parti per la compravendita di Premium. I legali del Biscione hanno invece presentato una richiesta di risarcimento danni per le presunte dichiarazioni diffamatorie rilasciate al Financial Times dal Ceo della media company francese, Arnaud de Puyfontaine.
Se non saranno poste questioni preliminari l’udienza molto probabilmente sarà rinviata ai prossimi mesi forse anche a dopo l’estate per concedere alle parti i termini per il deposito e lo scambio di altre memorie nel merito. Oggi il giudice ha deciso di unificare le due istanze presentate nei confronti del gruppo transalpino.
Il procedimento era nato da due denunce. La prima è quella intentata da Mediaset contro il gruppo francese per richiedere “l’esecuzione coattiva” del contratto per l’acquisto di Premium da parte di Vivendi e il risarcimento dei danni subiti “pari a 50 milioni per ogni mese di ritardo nell’adempimento” a partire “dal 25 luglio 2016″, con un danno complessivo comunque “non inferiore a un miliardo e mezzo di euro”. Fininvest ha, invece, chiesto al gruppo che fa riferimento a Bollorè “il risarcimento dei gravi danni” che “ammontano ad una cifra non inferiore a 570 milioni di euro, correlati fra l’altro alla diminuzione di valore delle azioni Mediaset in conseguenza dell’accaduto, al mancato apprezzamento delle stesse ove si fosse dato corso all’esecuzione del contratto, nonché all’evidentissimo danno di immagine”.