Il quadro

Dalle burocrazie ‘senza cittadini’ alle burocrazie ‘aperte’. Competenze e formazione per la PA digitale

di Donato A. Limone, ordinario di Informatica giuridica, Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche e Direttore della Scuola Nazionale di Amministrazione Digitale (SNAD), Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza |

Accessibilità, trasparenza, semplificazione e digitale: questi i criteri perché l’Amministrazione possa considerarsi aperta e pronta a garantire i diritti di cittadinanza digitale.

L’Amministrazione digitale: dalle burocrazia “senza cittadini” alle burocrazie “aperte”

 

Come formare la dirigenza e i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni per realizzare l’Amministrazione digitale con riferimento all’Agenda digitale italiana e al Codice dell’Amministrazione Digitale? Rispetto a quali competenze digitali?

In occasione del Dig.Eat 2017, appuntamento nazionale sulle tematiche del digitale che si terrà a Roma il prossimo 23 marzo e al quale è possibile iscriversi gratuitamente, daremo le necessarie risposte a queste domande considerato che il processo di transizione verso l’Amministrazione digitale (dopo 12 anni di vita del CAD e di sue modifiche) è appena iniziato. Intanto, perché senza una strategia nella e per la formazione sarà difficile supportare adeguatamente il processo di digitalizzazione, ma anche perché è necessario definire le competenze digitali che sono utili e funzionali nel contesto attuale ma soprattutto per l’evoluzione del contesto stesso.

Con la riforma della Pubblica Amministrazione (legge 124/2015, art. 1) il Governo ha inteso definire un quadro generale di norme per indirizzare meglio il processo di rinnovamento della burocrazia verso sistemi aperti a tecnologia avanzata. Le Amministrazioni “aperte” (dal 4 all’11 marzo 2017 si è tenuta la settimana dell’amministrazione aperta organizzata dal Ministero della semplificazione e della pubblica amministrazione) richiedono:

  1. Un nuovo modello di organizzazione: il meta-modello di amministrazione digitale.
  2. Un nuovo modello di servizi: servizi in rete.
  3. Competenze specifiche per operare nelle e per le burocrazie digitali finalizzate a porre “realmente” al centro della propria attività i cittadini e le imprese.

L’Amministrazione aperta

L’Amministrazione aperta (art. 18 della legge 134/2012, abrogato; ora art. 27 del DLgs 33/2013 e sm) è definita come amministrazione trasparente ad accessibilità totale di tipo telematico (art. 11 del DLgs 150/2009). L’amministrazione aperta è quindi un’amministrazione:

Accessibile (art. 11 DLgs 150/2009; art. 51 CAD);

 

Trasparente (art. 11 DLgs 150/2009; DLgs 33/2013 e sm);

 

Semplificata (legge 241/90 e sm; art. 15 CAD);

 

Digitale (norme del Codice dell’Amministrazione Digitale e regole tecniche).

Senza uno di questi elementi l’Amministrazione non può essere considerata “aperta”, non garantendo quindi i diritti di cittadinanza digitale (art. 1 della legge 124/2015): un’amministrazione in rete e di qualità, un’amministrazione che costa meno al cittadino e ai contribuenti in quanto non ridondante nei dati, nei documenti e nei processi.

L’Amministrazione aperta come amministrazione digitale

 

L’Amministrazione digitale è un’amministrazione aperta che presenta alcuni specifici requisiti:

  1. Nativamente ed esclusivamente digitale (art. 2, 12, 15, 20 e ss., 40 e ss., 50 e ss., CAD)
  2. eroga servizi in rete (art. 63 CAD)
  3. con istanze digitali di valore legale (art. 65 CAD)
  4. tramite siti costruiti per il cittadino e le imprese e non solo per le burocrazie (art. 53 CAD)
  5. trasparente in quanto il cittadino deve essere messo in grado di conoscere l’operato dei decisori pubblici e della burocrazia tramite i siti (DLgs 33/2013 e sm)
  6. deve garantire i diritti digitali dei cittadini: diritto all’uso delle soluzioni e delle tecnologie ICT; al domicilio digitale; all’utilizzo della identità digitale (SPID); a un sistema procedimentale partecipato e informatico; alla democrazia elettronica.

Quali competenze digitali e quali profili professionali?

 

Competenze con profili professionali:

  • Per realizzare l’amministrazione digitale è necessario dotare le stesse amministrazioni di competenze coerenti con la società dell’informazione: quindi competenze digitali per un’amministrazione che opera senza carta e in rete, e con specifici profili professionali adeguati per burocrazie moderne, semplificate, digitali.
  • Profili professionali manageriali che devono operare per supportare una governance “aperta” e trasparente, partecipata, sulla base di dati aggiornati, validi, affidabili e completi per la programmazione, la direzione e la gestione. Profili che devono garantire servizi di qualità, la soddisfazione dei cittadini e della utenza, che siano in grado di operare in sistemi organizzativi e del lavoro a tecnologia avanzata e in grado (finalmente!) di traghettare la burocrazia (dopo 26 anni di quasi totale inapplicabilità della legge di semplificazione 241/90) verso un’amministrazione “semplificata” e nativamente digitale.
  • Profili professionali digitali che devono operare in un contesto amministrativo e gestionale con sistemi documentali nativamente digitali, con siti che garantiscano la trasparenza e l’erogazione dei servizi in rete, con la formazione di dati aperti e con adeguati sistemi di sicurezza.

Indicazioni importanti e significative da parte del Codice dell’Amministrazione Digitale

 

Il Codice ha definito indirizzi in tema di alfabetizzazione informatica dei cittadini, di formazione dei decisori pubblici, della dirigenza e dei dipendenti pubblici (art. 8, 12, 13, 17 CAD).

Come ti formo i cittadini

 

Con lo scopo di “favorire la diffusione della cultura digitale tra i cittadini con particolare riguardo ai minori e alle categorie a rischio di esclusione, anche al fine di favorire lo sviluppo di competenze di informatica giuridica e l’utilizzo dei servizi digitali delle pubbliche amministrazioni….”(art. 8 CAD).

Offrendo ai cittadini la possibilità concreta di avere a che fare con una amministrazione secondo un nuovo modello di relazione e di erogazione dei servizi. E per realizzare questo nuovo modello è necessario che (finalmente) le amministrazioni avviino processi di semplificazione delle procedure, dei processi e dei procedimenti amministrativi e dei servizi, con una descrizione chiara, comprensibile, completa ed affidabile dei servizi sui siti istituzionali (quali servizi, per chi, come ci si accede, con quali costi,ecc.).

Ma è altresì necessario che i cittadini e le imprese debbano essere “guidati” e supportati nell’accesso alle fonti normative relative al modello organizzativo e dei servizi. Tutti i processi, le procedure e i servizi devono fare riferimento alle norme che li supportano (testo integrale delle norme citate). E’ necessario creare strumenti per la rilevazione dei bisogni informativi e di servizio, della soddisfazione della utenza, della qualità dei servizi.

Un aspetto particolarmente rilevante riguarda la realizzazione di modalità di democrazia elettronica, di eGovernance, di partecipazione alle decisioni tramite l’utilizzo delle tecnologie ICT.

 

Formare i decisori pubblici

 

Formare i decisori pubblici (art. 12 CAD) su:

a) elementi normativi essenziali per potere decidere sull’attuazione del Codice dell’Amministrazione digitale

b) nuovi modelli di relazione tra Amministrazione e cittadini/imprese

c) nuovi modelli di organizzazione generale degli enti pubblici

d) nuovi modelli di organizzazione del lavoro (flessibile, a base tecnologica, ecc.)

e) nuovi modelli di progettazione, gestione ed erogazione dei servizi

f) elementi di base sulla comunicazione pubblica digitale

g) elementi di base per la valutazione delle performance della dirigenza nell’attuazione del CAD.

Formare la dirigenza e i dipendenti pubblici sull’amministrazione digitale

 

La dirigenza pubblica può e deve svolgere un ruolo trainante e strategico per il passaggio dall’amministrazione “analogica” all’amministrazione digitale sia per la realizzazione dei nuovi modelli di organizzazione, ai quali abbiamo fatto riferimento, sia per l’utilizzo delle tecnologie ICT (art. 13 CAD). Anche i dipendenti pubblici devono essere “coinvolti” nella costruzione di questi nuovi modelli di burocrazia.

La formazione della dirigenza e dei dipendenti pubblici deve quindi riguardare:

– la conoscenza e uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione

– la tematica importante dell’accesso

– lo sviluppo delle competenze tecnologiche, di informatica giuridica (banche dati giuridici, la tecnica di normazione avanzata, sistemi esperti, ecc.) e manageriali dei dirigenti (management dei processi di innovazione), per la transizione alla modalità operativa digitale (procedure, manuali, metodologie, ecc.)

 

Il profilo del responsabile dell’ufficio unico per la transizione verso l’amministrazione digitale

 

Il responsabile di questo ufficio (art. 17 CAD) deve operare per garantire e coordinare tutte le attività per la transizione alla modalità operativa digitale e i conseguenti processi di riorganizzazione finalizzati alla realizzazione di un’amministrazione digitale e aperta, di servizi facilmente utilizzabili e di qualità, attraverso una maggiore efficienza ed economicità.

L’art. 17 elenca in dettaglio tutte le funzioni del responsabile, il quale deve avere “….adeguate competenze tecnologiche, di informatica giuridica e manageriali e risponde, con riferimento ai compiti relativi alla transizione, alla modalità digitale direttamente all’organo di vertice politico” (art.17)

 

Un master universitario per una formazione rigorosa, completa e di alto profilo per le professioni della digitalizzazione e della protezione dei dati personali

Se si considera che l’amministrazione digitale è soprattutto un nuovo modello di organizzazione pubblica allora è necessario formare i professionisti della digitalizzazione e della protezione dei dati personali con un approccio integrato di tipo giuridico, organizzativo e tecnico.

Per assicurare una formazione di tipo integrato, che sia completa e rigorosa, l’Università degli studi di Roma Unitelma Sapienza, ANORC Professioni e Clio SpA hanno dato vita al primo master universitario telematico italiano con la finalità di assicurare una formazione specialistica sui profili dei responsabili della gestione documentale digitale, della conservazione e del trattamento dei dati personali. Il corso si articola in 6 parti:

Prima Parte: Il Document Management e la gestione dei processi digitali a norma

Seconda parte: Il documento informatico e la gestione dei flussi informativi e documentali.

Terza parte: Lo sviluppo delle infrastrutture informatiche e gli strumenti digitali.

Quarta parte: Gestione delle risorse e impatto economico.

Quinta parte: Comunicazione digitale.

Sesta parte: Il corretto trattamento dei dati nei processi digitali.

 

La Scuola Nazionale dell’Amministrazione Digitale (SNAD)

 

Per contribuire alla realizzazione dell’amministrazione digitale, sia sul piano della ricerca che della formazione, l’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza ha istituito la Scuola nazionale dell’Amministrazione Digitale (SNAD).

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