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Il social network professionale LinkedIn aggiorna i termini di utilizzo e invita gli utenti a non creare profili ‘a luci rosse’. Tra le decine di milioni di iscritti alla rete di professionisti più grande del mondo, si annidano da tempo account di escort e altri dedicati esplicitamente al mondo della prostituzione, tanto da spingere il management di Linkedin a prendere una decisione di questo tipo, finalizzata a fare chiarezza sulla destinazione del servizio.
Spesso si trovano profili di belle ragazze, o bei ragazzi, che si presentano come studenti, modelli, magari professionisti dell’intrattenimento, o ancora come accompagnatori. L’equivoco è nato soprattutto lì dove la prostituzione è sostanzialmente legale, come in alcuni Paesi del Nord Europa, tra cui Olanda e Germania.
Più in generale, ha ricordato Mashable in un articolo dedicato all’argomento, LinkedIn ha precisato che saranno proibiti (ovvero cancellati) tutti quegli account destinati ad altre finalità, da quelle professionali previste dai termini di utilizzo, tra cui rientrano anche le attività di promozione della prostituzione (anche se legali nel Paese di origine dell’utente), che da lunedì sono considerate a tutti gli effetti ‘fuorilegge’ sul social media.