Ricercatori italiani prevedono in anticipo esplosione Supernova: Maria Chiara Carrozza, ‘Soddisfazione e stimolo a investire’

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Ricerca e innovazione

Un gruppo di giovani ricercatori e studenti – sotto la direzione scientifica del Prof. Remo Ruffini e appartenenti al dottorato internazionale di Astrofisica Relativistica dell’International Centre for Relativistic Astrophysics (ICRA) basato presso la Sapienza università di Roma – è stato in grado di prevedere, con 15 giorni di anticipo, l’esplosione di una Supernova.

 

È la prima volta nella storia dell’Astrofisica e dell’Astronomia che si è in grado di prevedere un simile fenomeno. La Stella che ha originato la Supernova faceva parte di un sistema binario, la cui stella compagna era una stella di neutroni. L’innesco dell’esplosione della Supernova ha generato trasferimento di massa stellare sulla stella compagna, che è collassata trasformandosi in un “Buco nero”, ed emettendo un Gamma Ray Burst (GRB). Tale fenomeno è stato osservato dai telescopi satellitari intorno alla terra. L’intuizione scientifica italiana è stata comprendere la relazione tra tale lampo di raggi gamma (GRB) e l’innesco dell’esplosione della Supernova (Induced Gravitational Collapse IGC).  Sulla base della comprensione di tale fenomeno, e tenendo conto che l’evoluzione della Supernova per arrivare al suo massimo splendore, per quella classe di stella avrebbe richiesto circa 15 gg, il Prof. Ruffini ed il suo gruppo hanno allertato tutti gli osservatori.

 

La conferma della scoperta è giunta in Italia la notte scorsa. Il fenomeno è stato infatti confermato alle ore 21:21:33 GMT (22:21 ora italiana) del giorno 14 maggio 2013, dal Gran Telescopio Canarias (GTC), e ricevuta dalla dr.ssa Ana Penacchioni, studentessa del Dottorato internazionale ICRANET a Roma.

 

Il fenomeno, in realtà avvenuto 10 miliardi di anni fa nelle fasi primordiali dell’Universo, è stato osservabile solamente ieri notte, nella direzione della costellazione del Leone, perché la luce dell’esplosione ha impiegato 10 miliardi di anni per raggiungere la terra. Tale fenomeno è avvenuto dunque ben 5 miliardi di anni prima della nascita del nostro sistema solare.

 

Il ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca Maria Chiara Carrozza, informata nelle prime ore del mattino della scoperta, ha espresso “grande soddisfazione per questo eccezionale risultato, inedito nella storia dell’astrofisica, che non solo premia il talento dei ricercatori italiani ma anche indica al nostro paese la giusta via da seguire, investire sulla ricerca“. “Una via – ha concluso il Ministro – che quando viene seguita, come ha fatto il Miur sostenendo anche finanziariamente il progetto Icra, si rivela non solo portatrice di grande prestigio per il nostro paese nel mondo ma anche una diretta e concreta possibilità per il sistema-Italia di ricadute anche economiche in una situazione ancora assai difficile“.

 

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