“L’audizione che si è svolta presso la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Cassa Depositi e Prestiti, ha confermato ancora una volta tutte le perplessità che suscita, in ogni ambiente, la scelta del Piano industriale di Caio di puntare sul risparmio gestito (prodotti con capitale di rischio) anziché sul tradizionale risparmio sicuro dei prodotti della Cassa – ha dichiarato Luca Burgalassi, Segretario Generale di SLP-CISL, il sindacato lavoratori Poste della CISL -. E l’intervista rilasciata stamane a Repubblica dal Sottosegretario Antonello Giacomelli sottolinea come anche all’interno del governo vi siano forze consapevoli del ruolo di Poste Italiane e delle sue relazioni con i risparmiatori italiani e con i cittadini destinatari dei servizi”.
Impeccabile la conduzione dell’audizione della presidente, senatrice, Cinzia Bonfrisco.
“Ma le risposte di Caio alle puntuali domande ed osservazioni fatte dalla Presidente della Commissione Bonfrisco, sulla necessità di valorizzare presso i clienti le finalità e gli utilizzi dei fondi raccolti attraverso il collocamento dei prodotti di risparmio tradizionale emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, non sono apparse per nulla convincenti – ha proseguito Burgalassi – lasciando al contrario intatti i dubbi sugli effetti nel tempo che le scelte gestionali attuali possono lasciare, orientando il ruolo di Poste verso la “finanziarizzazione” piuttosto che verso la “digitalizzazione” che occorre al Paese e che può rappresentare il vero motore della crescita”.
Come è noto la corsa di Poste Italiane verso l’offerta commerciale di prodotti finanziari di terzi, può danneggiare irrimediabilmente il tradizionale rapporto fiduciario tra Poste Italiane e i suoi clienti, un rapporto fondato innanzitutto sulla fiducia.
“Anche in tema di incentivi alla vendita, riservati ai venditori di Poste Italiane – ha concluso il Segretario Generale Burgalassi – le risposte di Caio non sono apparse del tutto in linea con la realtà quotidiana vissuta invece negli uffici postali dove le cosiddette “pressioni commerciali” hanno raggiunto livelli ormai insostenibili per il personale addetto alla vendita di prodotti finanziari, tanto da determinare, per questi dipendenti, una volontà sempre più forte di cambiare mansione. Il futuro di Poste deve guardare alla digitalizzazione e ai cambiamenti del futuro, ma le Poste devono fare innanzitutto le Poste e mantenere salda la missione per cui sono nate, declinandola con i grandi cambiamenti della nostra epoca”.