Gerussia

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L'orizzonte infranto della geopolitica europea.

Gerussia. L'orizzonte infranto della geopolitica europea-minDi Salvatore Santangelo

Castelvecchi editore

Data di pubblicazione: novembre 2016

Pagine: 183

ISBN: 9788869447778

Prezzo: € 11,00

Gli orrori del I conflitto mondiale, i totalitarismi nazionalsocialista e comunista che si sono battuti all’ultimo sangue per conquistare le anime, le menti e i corpi delle decine di milioni di esseri umani intrappolati nelle maglie dei loro sistemi repressivi; la Germania occupata, umiliata, smembrata; un feroce confronto politico, militare e ideologico tra blocchi contrapposti: tutto ciò ha contribuito a plasmare il XX secolo.

La caduta del Muro, la Riunificazione, il collasso dell’Urss hanno portato a ridefinire i confini della carta dell’Europa, e spinto la relazione tra la Germania e la Russia verso una nuova dimensione, contrassegnata da una rinnovata speranza e da un’intensa collaborazione: tutto ciò almeno fino alla Crisi ucraina del 2014.

In realtà, quello tra Germania e Russia è stato, per secoli, un rapporto strettissimo, per certi versi simbiotico; ma niente affatto facile. Anzi, lo si può ben definire un rapporto d’amore-odio, in cui alla consapevolezza dell’utilità reciproca si è affiancata una diffidenza di fondo.

In controluce, possiamo trovare gli appunti sparsi di un’altra storia: per secoli le classi dirigenti dei due Paesi hanno sfidato il cambiamento radicale dei propri regimi, gli equilibri e i contesti geopolitici internazionali, e persino due guerre globali in cui un’inimicizia e un odio senza quartiere hanno avuto il sopravvento. Chi lo ha intuito, forse per primo, è stato il grande economista inglese John M. Keynes, per il quale il ruolo storico di Berlino sarebbe proprio quello di modernizzare il Paese degli Zar.

Adottare questo punto di vista significa comunque superare tanti stereotipi, incomprensioni, andare non solo oltre i fotogrammi dei film di Sergej Ejzenshtein, ma anche archiviare definitivamente, senza dimenticare, le immagini drammatiche degli stermini e delle macerie fumanti di Stalingrado e di Berlino.

Con la consapevolezza che comunque oggi il confine orientale dell’Europa lì dove sono giunti le istituzioni e le regole dell’Ue, ma anche lo scudo dell’Alleanza atlantica – vive in un tempo diverso dal nostro, e i popoli che “presidiano” questa frontiera guardano al passato in modo dissimile, sentendosi forse ancora prigionieri delle Terre insanguinate.

La memoria, il dolore, l’appartenenza, gli odi atavici, stanno diventando altrettante fiches gettate su questo tavolo da gioco.

Se l’integrazione tra Russia e Germania – GeRussia – non sarà semplicemente un progetto egemonico costruito su freddi calcoli che prendono in considerazione solo vantaggi o svantaggi economici, ma un processo che tende la mano anche a chi più ha sofferto a causa dei russi e dei tedeschi, e quindi se saprà nutrirsi, magari rinvigorendolo, dello stesso spirito che ha animato i padri fondatori che vollero edificare la Casa comune sulle macerie fumanti della guerra civile tra europei, forse, finalmente, gli spettri e gli orrori di questa geografia insanguinata potranno essere esorcizzati.

Salvatore Santangelo (1976) giornalista professionista, dopo la laurea in Scienze politiche ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia dell’Europa. Si occupa di marketing e comunicazione, ha ricoperto incarichi anche nelle Istituzioni. Tra le sue opere, Frammenti di un Mondo globale (sulla crisi del Mercatismo) e Le lance spezzate (su conflitti e globalizzazione). Collabora o ha collaborato con geopolitica.infoil Foglioil TempoLimes e HuffigtonPost.

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