L'analisi

Audiovisivo, Agcom in stand-by. Preta (ITMedia Consulting): ‘I media cambiano ma la regolazione fa fatica’

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Augusto Preta, fondatore e amministratore di ITMedia Consulting, commenta così il documento conclusivo per l'individuazione dei mercati rilevanti nel settore dei servizi di media audiovisivi approvato dall’AGCOM.

È il caso Mediaset-Vivendi a sospendere l’analisi del mercato televisivo italiano avviata dall’Agcom nel 2015 per accertare eventuali posizioni dominanti. Dopo aver approvato il documento sulla prima fase del procedimento, quella relativa ai mercati da considerare rilevanti, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha frenato sulla “fase 2” perché questa dovrà tenere conto dell’esito dell’istruttoria, aperta il 21 dicembre scorso ai sensi dell’art. 43, comma 11 del TUSMAR (Testo unico dei servizi media audiovisivi e radiofonici), sull’ingresso di Vivendi in Mediaset: l’istruttoria, salvo proroghe possibili, è prevista chiudersi entro il 21 aprile e per questo l’Autorità ha deciso di sospendere fino a quella data il suo esame delle posizioni dominanti nel mercato audiovisivo italiano.

Ma ecco il commento di Augusto Preta, fondatore e amministratore di ITMedia Consulting, in merito al documento conclusivo della fase di individuazione dei mercati rilevanti nel settore dei servizi di media audiovisivi (“fase 1”) approvato ieri dal Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – relatori i Commissari Antonio Martusciello e Antonio Nicita“Le risultanze dell’istruttoria confermano sostanzialmente gli esiti delle precedenti analisi e nonostante le ‘rilevanti trasformazioni’ il quadro appare immutato. Dal lato del mercato dei contenuti, la competizione oggi si gioca su altri elementi, dimensioni e dinamiche di mercato. È evidente ormai a tutti – fusioni, acquisizioni, consolidamenti tra media e Tlc, ingresso di operatori globali – che il mondo dei media sta cambiando come mai fino ad ora, sia sul lato dell’offerta – servizi non lineari, video online -, sia sul lato della domanda – all digital, multitasking, multidevice, multipiattaforma. Il consumatore fruisce di contenuti che spesso sono gli stessi, talvolta in chiaro, talvolta a pagamento, e gli stessi operatori scelgono una modalità o l’altra, a seconda dei ricavi attesi e/o della maggiore competitività rispetto ai concorrenti, a loro volta in chiaro o a pagamento. La regolazione fa fatica evidentemente a prenderne atto”.

“Alla luce della normativa vigente”, si legge nel comunicato dell’Agcom, “il testo conferma le valutazioni che sono state oggetto di consultazione pubblica e che hanno portato all’individuazione di due mercati nazionali distinti: servizi di media audiovisivi in chiaro e a pagamento”.

Lo stop coinciderà con i tempi dell’istruttoria Vivendi-Mediaset

Invece è stata sospesa fino al 21 aprile 2017 la “fase due” che andrà a valutare l’eventuale sussistenza di posizioni dominanti nel mercato televisivo italiano. L’Agcom non si è espressa ancora “in considerazione del fatto che sono in corso operazioni che coinvolgono società attive nei mercati interessati – che potrebbero determinare modifiche negli assetti proprietari delle stesse”. In sostanza l’Autorità terrà conto dell’esito dell’istruttoria aperta a dicembre sulla scalata di Vivendi su Mediaset. È possibile infatti che dall’istruttoria – aperta per verificare eventuali violazioni alle norme sulla concentrazione tlc-media da parte di Vivendi, che è primo azionista di Telecom Italia e secondo azionista di Mediaset – emerga un quadro complessivo del mercato della tv in chiaro e a pagamento diverso dall’attuale, e questo motiva lo slittamento nel procedimento in corso. L’analisi del mercato era stata avviata dall’Agcom in ragione delle “rilevanti trasformazioni” avvenute negli ultimi anni nel mercato italiano tenendo conto di operazioni di concentrazione e partnership anche tra gruppi di settori diversi. In base all’articolo 43 del Tusmar, il Testo unico sul settore radiotelevisivo, l’Autorità è tenuta a verificare, anche d’ufficio, che “non si costituiscano, nel sistema integrato delle comunicazioni e nei mercati che lo compongono, posizioni dominanti” e che siano rispettati i limiti normativi relativi ai ricavi, al livello di concorrenza all’interno del sistema, alle barriere all’ingresso, alle dimensioni di efficienza economica dell’impresa, agli indici quantitativi di diffusione dei programmi radiotelevisivi, dei prodotti editoriali e delle opere cinematografiche o fonografiche.

Il monito dell’Agcom

Il 16 dicembre 2016 l’Agcom è intervenuta con una nota sulla vicenda Mediaset-Vivendi ricordando che sono vietate operazioni finalizzate a concentrare il controllo di Telecom Italia, di cui Vivendi è primo azionista di fatto con il 24,6%, e Mediaset. Secondo la legge anticoncentrazione le imprese di comunicazione che detengono nel mercato italiano una quota superiore al 40% non possono acquisire ricavi superiori al 10% del Sic (tv, radio, editoria). E Telecom Italia, ha ricordato Agcom, detiene il 44,7% della quota di mercato delle tlc mentre Mediaset ha il 13,3% del Sic (Sistema Integrato delle Comunicazioni).

Dunque toccherà aspettare almeno il 21 aprile per sapere se l’Autorità vieterà (o approverà) l’Opa di Vivendi su Mediaset per abuso di posizione dominante in violazione della Legge Gasparri.

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