Europa
Sono sempre più numerosi i cittadini europei (il 46%) che si rivolgono a internet per cercare lavoro, presentare la dichiarazione dei redditi, registrare una nascita, richiedere un passaporto o usare altri servizi di eGovernment. Servizi che consentono di risparmiare tempo per l’80% dei cittadini e denaro (62%).
I cittadini, tuttavia, si ritengono più soddisfatti dei servizi bancari online (8.5 di soddisfazione su una scala da 0 a 10), e dello shopping online (7.6) rispetto ai servizi pubblici online (6.5), che spesso non risultano commisurati ai bisogni di un pubblico ormai sempre più avvezzo a trovare online le risposte alle proprie esigenze, anche quando si tratta del rapporto con le amministrazioni pubbliche.
E’ quanto emerge dallo studio di analisi comparativa ‘eGovernment 2013‘ , presentato in occasione della conferenza “Leading the way in eGovernment development” (Aprire la strada allo sviluppo dell’ eGovernment), in programma a Helsinki dal 28 al 30 maggio.
Lo studio ha analizzato il comportamento di 28.000 utenti della rete in 32 paesi e ha evidenziato che i servizi maggiormente utilizzati sono quelli relativi alla dichiarazione dei redditi (il 73% la presenta online), al cambiamento di domicilio o residenza (57%) e all’iscrizione a un ciclo di studi superiori e/o alla candidatura per una borsa di studio (56%).
Secondo gli obiettivi della Digital Agenda europea, entro il 2015 la metà dei cittadini europei dovrebbe ricorrere ai servizi di eGovernment: lo studio presentato oggi dalla Commissione evidenzia ancora qualche sacca di resistenza ai servizi online – il 54% degli intervistati continua a preferire un contatto diretto o altri canali tradizionali – ma c’è anche un 30% di cittadini che dichiara che “ricorrerebbe regolarmente all’eGovernment se fossero offerti servizi più adatti ai propri bisogni”.
Quasi la metà (46%) degli utenti internet che utilizzano i servizi online delle pubbliche amministrazioni dichiara di non aver trovato in rete tutto ciò che cercava.
L’aspetto più problematico, sul quale ha posto l’accento anche il Commissario Neelie Kroes, riguarda i servizi transfrontalieri: se infatti la maggioranza degli Stati membri fornisce informazioni su come studiare o fondare un’impresa all’estero, la possibilità di effettuare un’iscrizione online è meno diffusa. Sono solo 9, ad esempio, i paesi che consentono ai cittadini di un altro Stato membro di iscriversi a un ciclo di studi tramite internet, mentre solo 17 paesi consentono di sbrigare online almeno alcune delle pratiche necessarie alla fondazione di un’impresa.
Un problema non da poco per quei 2 milioni di cittadini che si trasferiscono o fanno i pendolari da uno Stato membro all’altro.
La Commissione europea, su impulso del Commissario Kroes è impegnata da dicembre 2010 con le pubbliche amministrazioni degli Stati membri all’espansione e al miglioramento dei servizi internet: ne sono l’esempio il piano d’azione eGoverrnment che contiene 40 misure specifiche volte ad agevolare l’uso di servizi internet da parte dei cittadini e delle imprese, ma anche i diversi progetti pilota su vasta scala finanziati dalla Commissione con l’obiettivo di collegare diversi sistemi online nazionali e fornire così gli elementi costitutivi dei servizi pubblici transfrontalieri europei.
Relazione integrale e analisi per paese