È stata diffusa oggi dalla Commissione europea la terza “Relazione sulla cittadinanza dell’Unione europea”, in cui sono illustrate le azioni volte a garantire che i cittadini possano godere pienamente dei loro diritti quando lavorano, viaggiano, studiano o partecipano alle elezioni.
Quattro europei su cinque, secondo Eurobarometro di dicembre 2016, attribuiscono particolare importanza al diritto di libera circolazione, che consente loro di vivere, lavorare, studiare e intraprendere un’attività economica in qualsiasi.
“L’87% degli europei è consapevole della propria cittadinanza dell’Unione, il che è un risultato senza precedenti, ma non sempre queste persone sono informate dei diritti che ne derivano. La cittadinanza dell’Unione comporta diritti e libertà importanti e consente anche una partecipazione democratica e attiva al processo decisionale dell’Ue”, ha dichiarato Vĕra Jourová, Commissaria europea per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, responsabile per i diritti di cittadinanza dell’UE.
La nuova relazione evidenzia inoltre i progressi registrati negli ultimi tre anni e si basa in gran parte sia sui contributi forniti dai cittadini attraverso sondaggi, sia sui risultati della consultazione pubblica, incentrandosi su quattro punti chiave:
promuovere i diritti connessi alla cittadinanza dell’UE e i valori dell’Unione;
aumentare la partecipazione dei cittadini alla vita democratica dell’UE;
semplificare la vita quotidiana dei cittadini dell’Unione;
rafforzare la sicurezza e promuovere l’uguaglianza.
Quattro azioni di massima rilevanza istituzionale e culturale, che passano per il lancio di un nuovo strumento: lo “sportello digitale unico” (Single digital gateway). Una proposta finalizzata ad offrire ai cittadini un agevole accesso online ai servizi di informazione, assistenza e risoluzione dei problemi su un’ampia gamma di questioni amministrative, sociali e giuridiche.
Le tecnologie digitali sono più che mai centrali per la realizzazione della cittadinanza attiva e della democrazia partecipativa in Europa.
È la cittadinanza digitale a costruire la cittadinanza europea. È una questione geografica, prima ancora che politica. 500 milioni di cittadini sparsi per decine di Nazioni come può partecipare alla realizzazione dell’Unione ed esercitare i propri diritti se non con l’ausilio delle tecnologie digitali?
La risposta affermtiva forse la possiamo trovare nella declinazione come competenza dell’“Engaging in on line citizenship” (traducibile come esercizio della cittadinanza digitale), che è contenuta in “DIGCOMP: A Framework for Developing and Understanding Digital Competence in Europe”, uno studio realizzato dal Joint Research Centre della Commissione europea pubblicato nel 2013.
L’intento dichiarato del lavoro era quello di contribuire alla comprensione dello sviluppo della competenza digitale in Europa e fissare descrittori esaustivi di tali skills.