Marketing personalizzato

dcx. Content marketing e customer experience, cosa cambierà nel 2017?

di Dario Melpignano, Ceo di Neosperience |

Rilevanza, contesto, misurazione: queste sono solo alcune delle parole chiave per comprendere come deve cambiare l’approccio dei brand nei confronti dell’esperienza degli utenti.

dcx è una rubrica quotidiana dedicata alla Digital Experience a cura di Dario Melpignano, Ceo di Neosperience. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui. Per la versione inglese vai al blog.

Quando si parla di content marketing, uno solo è il desiderio degli amministratori delegati di tutto il mondo: ottenere il massimo della visibilità riducendo al minimo la spesa. In un contesto come quello attuale, dove ogni giorno si condividono oltre 27 milioni di contenuti ‘nuovi’, questo obiettivo appare davvero come una chimera. Ma è davvero così?

Rilevanza, contesto, misurazione: queste sono solo alcune delle parole chiave per comprendere l’effetto della diffusione dei device mobile sulle strategie di content marketing. I loro effetti concatenati hanno provocato una profonda revisione del metodo di lavoro di chi si occupa di contenuti per le aziende.

Ed è da qui che bisogna partire per comprendere come deve cambiare l’approccio dei brand nei confronti dell’esperienza degli utenti.

La rilevanza è il primo dei pilastri: l’ecosistema comunicativo sorto dalla digital transformation è caratterizzato da un flusso costante di informazioni.

Emergere diventa sempre più difficile, anche perché le persone hanno ormai imparato a ignorare tutto ciò che non soddisfa i loro criteri di interesse (di cui la personalizzazione è il più importante).

Essere rilevanti nell’era digitale significa comprendere il viaggio dell’utente e riuscire a creare connessioni di senso offrendo i contenuti giusti, al momento giusto, sul device giusto. Tecnologia e comportamenti diventano interdipendenti, si influenzano a vicenda e vanno a costituire quel contesto che è il secondo pilastro del nostro discorso.

Come marketer siamo cresciuti in un’epoca in cui la produzione di contenuti era lo scoglio più difficile. Oggi non è più così, e anche il migliore dei contenuti rischia di sparire se non si presta attenzione alla fase di distribuzione. Il contesto non è solo dato dalle evoluzioni tecnologiche e quindi dai nuovi canali, i cosidetti touchpoint, ma anche dal mutare delle abitudini d’uso (oltre il 60 per cento delle ricerche su Google ormai arriva da mobile, per esempio).

La rilevanza senza contesto è impossibile, così come non si otterrà mai nessun risultato rilevante senza una appropriata fase di misurazione dei risultati. Gli utenti condividono informazioni a getto continuo, e lo fanno nella speranza di ottenere in cambio una risposta/soluzione ai loro dubbi o problemi.

Se il brand non analizza queste informazioni non sarà mai in grado di:

  • Mappare il customer journey identificando i momenti più importanti della relazione con il cliente, quelli dove i contenuti potranno convertire meglio;
  • Comprendere se le iniziative poste in essere stiano portando risultati o meno;
  • Aggiustare il tiro rivedendo la strategia di content marketing (e di marketing in generale).

Il content marketing è una battaglia sempre più dura. Per affrontarla al meglio c’è bisogno di un sistema di misurazione dei dati in tempo reale, di indicatori di performance adeguati, e di metriche precise e puntuali.

Per approfondire:

http://blog.neosperience.com/dcxforum/content-marketing-nel-2017-i-trend-che-cambiano-la-tua-strategia

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