Dopo l’incontro di Trump con i capi dei servizi d’intelligence USA, è stato pubblicato il rapporto (50 pagine) messo a punto e firmato dal capi della National Intelligence, Clapper, assieme a CIA e FBI, e presentato al neo Presidente USA in occasione dell’incontro.
Nel rapporto si afferma che i Russi hanno riposto, in occasione della campagna elettorale americana, grande fiducia nella possibilità di influenzare l’opinione pubblica, minando la fiducia degli elettori nei confronti di Hilary Clinton, denigrandola e danneggiandola, attraverso una massiccia azione di attacchi cibernetici che hanno violato e penetrato i sistemi informativi Usa.
Il rapporto aggiunge, tuttavia che “gli attacchi non hanno raggiunto nessun effetto sulle elezioni, e nessuna alterazione delle macchine per votare”. Dopo tutte le affermazioni fatte da Obama, dal Vice Presidente Biden, e dagli organi d’ informazione, la dichiarazione che non si è verificata nessuna conseguenza relativa al risultato delle elezioni, lascia parecchio perplessi.
Ad ogni modo, a prescindere dai risultati ottenuti, rimane il fatto che gli attacchi russi hanno penetrato il sistema informatico del partito democratico americano, fatto assai grave, anche se tale sistema era notoriamente non ben protetto.
La gravità è rappresentata dall’attacco condotto dai russi e, in termini politici, l’aver addirittura tentato di influenzare il risultato delle elezioni, costituisce un fatto nuovo e gravissimo. Da qualche tempo, attacchi cibernetici reciproci si si verificano tra le grandi potenze Cina, Usa, Russia, ma questa volta la gravità politica è al top.
Arrivati a questo punto, non solo si deve tener conto del progressivo montare degli attacchi cibernetici come mezzo di offesa tra gli stati, ma si ha la clamorosa conferma che già oggi si sta verificando il fatto che la competizione bellica si sviluppa nel dominio cibernetico, come da me indicato e previsto, già da alcuni anni. Non vi saranno più, tra le grandi potenze guerre di tipo classico, convenzionale e, con grande probabilità, conflitti nucleari. Gli attriti politici creeranno azioni ed attacchi in campo cibernetico, con lo scopo di paralizzare lo sviluppo della vita sociale ed economica dell’avversario e, in tal modo, soggiogarne le capacità competitive.
Ne deriva che per garantire la sicurezza della nazione, è necessario reindirizzare, da parte del Governo, le spese per la difesa, riducendo quelle destinate alla guerra convenzionale (navi, aerei, carri armati, cannoni ecc.) e destinare, da subito, le risorse risparmiate, all’organizzazione di difesa contro attacchi cibernetici e, naturalmente terroristici che costituiscono le vere minacce alla nostra società, nel futuro.
In una prossima nota, riproporrò quanto da tempo indicato relativamente alle strategie da adottare nei confronti delle due minacce del futuro: cibernetica e terroristica.