Telecom Italia-3: l’esame dell’operazione rinviato a data da destinarsi

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Secondo alcune fonti citate dall’agenzia Reuters, prima di cominciare serie trattative con Hutchison Whampoa è necessario che il gruppo definisca la separazione della società della rete, in cui dovrebbero entrare nuovi azionisti.

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Franco Bernabè

Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia non ha esaminato l’operazione di integrazione con 3 Italia, rinviandone la trattazione a una prossima riunione.

Lo ha comunicato l’azienda al termine della riunione odierna.

 

Secondo alcune fonti citate dall’agenzia Reuters, prima di cominciare serie trattative con Hutchison Whampoa è necessario che il gruppo definisca la separazione della società della rete, in cui dovrebbero entrare nuovi azionisti.

 

Secondo l’ad Marco Patuano, a essere interessato alla rete non è solo la CDP, ma ci sarebbero anche fondi esteri: “La Cassa Depositi e Prestiti – ha detto – è impegnata in investimenti infrastrutturali ma non è l’unico fondo presente al mondo. Sicuramente i potenziali investitori sono più di quanti si pensi comunemente” (Leggi articolo Key4biz).

 

Ieri, intanto, Agcom ha reso noto di aver chiesto un incontro con l’azienda per approfondire le questioni legate all’esatta definizione del perimetro della rete oggetto della separazione, sulla governance della nuova società oltre che sulle modalità e i tempi per realizzare il sistema di equivalence of input.

Il presidente dell’Autorità antitrust, Giovanni Pitruzzella, ha dichiarato – sempre ieri – che affinché l’operazione di separazione della rete di accesso di Telecom Italia sia “idonea a conformare positivamente le dinamiche concorrenziali esistenti”, è indispensabile che essa sia accompagnata “dalla definizione di un quadro certo di regole che garantiscano un accesso alla rete a parità di condizioni a tutti gli operatori”.

 

Quanto all’integrazione con 3 Italia, il presidente Franco Bernabè ha spiegato nelle scorse settimane che deal di questo tipo, “portano grandi sinergie industriali e commerciali significative”.

Le sinergie, ha affermato, “comportano riduzioni di costo in termini di strutture commerciali e di sviluppo delle reti LTE, a cui si aggiungono i benefici di bacini di clientela complementari”.

 

Le valutazioni della società “sono positive” aveva chiarito Bernabè, ma evidentemente ne servono di ulteriori.

Riguardo i possibili ostacoli antitrust, se l’operazione riguarderà solo le attività mobili di Telecom Italia e H3G, la decisione sarà di competenza dell’autorità nazionale.

“La nostra valutazione è che non avrà impatto a livello europeo, ma di certo questo è qualcosa che deve essere valutato in maniera più approfondita”, ha spiegato Bernabè.

Anche nel caso in cui l’antitrust dovesse decidere di imporre dei rimedi secondo Bernabè “non saranno così invasivi e importanti”. (A.T.)

 

 

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