Roppongi Hills, case study giapponese per una smart city a prova di terremoto

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Il prototipo di smart city a Tokyo compie 10 anni. Ancora oggi è un esempio di elevata vivibilità della città, con innovative applicazioni tecnologiche in campo energetico, della sicurezza (sismica) e della gestione delle risorse idriche.

Giappone


Roppongi Hills

Dieci anni fa apriva al pubblico uno dei più grandi ed avanzati complessi urbani del Giappone: il Roppongi Hills. Un primo prototipo di smart city a Tokyo, costruita su 11 ettari circa e costituita da appartamenti (alcuni molto lussuosi), negozi, uffici, ristoranti, parchi giochi, cinema, hotel, studi televisivi, musei (Mori Art Museu), anfiteatri all’aperto, palestre, parchi verdi, una stazione di polizia, un pronto soccorso, parcheggi interrati, librerie. Caratteristica principale del quartiere è l’uso delle più avanzate tecnologie antisismiche, per le case e per la Mori Tower, la torre alta 240 metri su 54 piani.

 

Un sito web (www.roppongihills.com) mostra al visitatore le diverse aree abitative, commerciali, per l’intrattenimento e lo svago, di cui si compone il complesso, con un’ottima guida ai servizi offerti al pubblico e ai residenti.

 

Gli abitanti di Roppongi Hills sono arrivati da tutto il mondo e nel tempo vi hanno aperto uffici grandi brand come Google, Yahoo!, Goldman Sachs, Lehman Brothers, Ferrari, Lenovo e tanti altri. La filosofia che ispirò il suo ideatore, il magnate Minoru Mori, era quella che ritroviamo oggi alla base delle smart city: migliore qualità della vita, innovazione tecnologica applicata alla sicurezza, alla riduzione dei consumi energetici e una più elevata vivibilità della città.

Per la sua architettura visionaria e la filosofia che ha guidato Mori, il complesso prese anche il nome di “Artelligent City“. Una città attenta alla salute dei suoi abitanti, al verde, all’impatto ambientale delle infrastrutture e alla sicurezza. Roppongi Hills, infatti, è stata pensata per consumare il meno possibile, grazie all’uso di impianti di ‘cogenerazione’, che combinano assieme energia elettrica e termica in maniera flessibile e modulata, ottenendo un risparmio energetico attualmente del 20%.

 

Il sistema di riciclo delle acque ‘grigie’, nascosto nel terreno e al riparo dallo sguardo dei visitatori, assicura una grande quantità di acqua per i servizi igienici e per l’irrigazione, mentre il resto si ottiene dal recupero dell’acqua piovana, attraverso una capillare rete di idrica.

 

Discorso a parte va fatto per l’utilizzo di avanzate soluzioni antisismiche, sfruttando ‘pareti appiccicose’ (Sticky Walls), ‘ammortizzatori’ (Green Mass Damper )e pilastri di acciaio e calcestruzzo (CTF ) che tengono su gli edifici più alti, come il grattacielo Mori, rendendo l’intero complesso a prova di terremoto.  Il costo complessivo della cittadella è stato di circa 5 miliardi di dollari.

(f.f.)

 

 

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