Net neutrality: perchè due pesi e due misure? Le telco chiedono regole anche per le aziende internet

di Alessandra Talarico |

Gli operatori si oppongono a regole più rigide sulla net neutrality, ma se queste dovessero essere approvate, allora dovrebbero valere anche per o prodotti delle web company come Google, Apple e Microsoft.

Europa


Neelie Kroes

Ancora una volta, ieri, il Commissario europeo Neelie Kroes ha ribadito la propria intenzione di garantire la facoltà dei cittadini europei di accedere a un internet pieno e aperto: “Tutelerò la net neutrality in Europa, per ogni cittadino su ogni dispositivo e ogni rete”, ha ribadito la Kroes intervenendo alla Digital Agenda assembly (#DA13).

 

Quando si pensa agli ostacoli sulla strada della net neutrality, si guarda generalmente agli operatori mobili che impediscono o rallentano l’accesso a servizi concorrenti come Skype, con la scusa che questi servizi – ma anche altri, come YouTube – consumano molta banda e sovraccaricano le reti.

Ma non si pensa mai, ad esempio, ai ‘walled garden‘ delle internet company i cui servizi, spesso e volentieri, sono incompatibili gli uni con gli altri, limitando di fatto la possibilità di scelta degli utenti.

Le app mobili, ad esempio, realizzate per l’iPhone non sono compatibili con gli smartphone Android, e viceversa.

Ma anche Skype, spesso preso a esempio come ‘vittima’ degli oppositori della net neutrality, non consente di effettuare chiamate su altri sistemi VoIP, né di riceverne.

Col sistema della ‘porta-chiusa’ – o walled garden – queste aziende si assicurano che i benefici commerciali delle loro tecnologie entrino tutti nelle loro casse.

Giustamente, direbbe qualcuno, se non fosse per il fatto che si tratta di un sistema con due pesi e due misure o, come ha sottolineato il presidente del board ETNO, Luigi Gambardella, il problema sta nel fatto che la net neutrality è un po’ come la bellezza: “sta negli occhi di chi guarda”.

“Gli operatori – afferma Gambardella – si oppongono a regole più rigide sulla net neutrality, ma se queste dovessero essere approvate, allora dovrebbero valere anche per o prodotti delle web company” come Microsoft, Google e Apple.

A differenza degli operatori – cui è fatto divieto di filtrare il traffico internet se non per motivi strettamente legati a eventuali sovraccarichi della rete –  le web company possono infatti ‘indirizzare’ il traffico internet sui loro siti, le loro applicazioni e i loro servizi.

Questo doppio registro, secondo Gambardella, danneggia gli operatori telefonici a vantaggio delle aziende internet.

Ragion per cui la richiesta delle telco è molto semplice: “vogliamo regole uguali per tutti”.

 

Anche secondo l’analista Roslyn Layton di Strand Consult il dibattito sulla net neutrality in Europa ha mancato di concentrarsi sul ‘diffuso e discreto’ filtraggio dei contenuti effettuato da Google, Apple e Microsoft attraverso i loro sistemi operativi mobili.

“Quando un utente sceglie un telefonino si mette in moto una serie di decisioni senza il loro consenso che incidono, ad esempio, su come e dove le app compaiono sul loro o su altri dispositivi e da quali aziende possono acquistare le app che desiderano”, ha spiegato l’analista, sottolineando che “il comportamento di un operatore o di un Isp è poca roba in confronto al potere rappresentato da uno smartphone collegato a un sistema operativo”.

I supporter della net neutrality, dunque, dovrebbero prendere di mira le discriminazioni dell’intera catena di valore.

 

Ryan Heath, il portavoce della Kroes, ha spiegato che la questione verrà affrontata dalla Commissione, ma non nella prossima raccomandazione sulla net neutrality che dovrebbe far parte delle nuove misure a sostegno del mercato unico che saranno presentate a settembre.

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