Domani il D-Day delle elezioni per eleggere il nuovo presidente degli Stati Uniti. Si giocherà, ovviamente, a colpi di voti, ma, molto probabilmente, anche a colpi di attacchi informatici per manipolare il risultato, forse – questa è la vulgata che arriva dagli Usa – per favorire Donald Trump, perché il cyberattack potrebbe partire dai suoi ‘amici’ russi.
In un’intervista esclusiva alla NBC News l’ambasciatore statunitense in Russia dal 2012 al 2014, Michael McFaul, ha dichiarato: “I russi sono pronti a sferrare l’attacco informatico e gli Stati Uniti stanno lavorando per sventarlo nel migliore nei modi”.
A coordinare l’operazione è la Casa Bianca e il Dipartimento di sicurezza insieme all’agenzia per la sicurezza nazionale (NSA), la CIA, più il dipartimento della Difesa.
Come potrebbe manifestarsi l’attacco informatico?
Questa volta diversamente dal 21 ottobre scorso, quando il cyberattack (quasi certamente di matrice russa) ha paralizzato diversi siti tra i più popolari, da Twitter a eBay, dal New York Times, al Financial Times, Spotify, fino a PayPal e Amazon.
“Domani, giorno dell’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti, i russi potrebbero”, ha affermato l’ex ambasciatore, “creare il caos facendo circolare su Twitter, Facebook e gli altri social network, falsi dossieraggi nei confronti di uno dei due candidati”. È facile pensare a svantaggio di Hillary Clinton.
‘Difficile attaccare il sistema informatico di votazione’
L’attacco informatico non potrebbe avvenire altro che sui social o su altri siti web, ma non direttamente sul sistema informatico che gestisce il voto elettronico degli elettori americani. Ad affermarlo è stato un alto funzionario dell’Intelligence statunitense sempre all’emittente televisiva NBC News.
“Abbiamo già verificato che è estremamente difficile per qualsiasi Stato manipolare i voti e quindi il risultato delle elezioni del presidente degli Stati Uniti con un cyber-attacco”.