Google Books, il tribunale di NY respinge la richiesta di editori e autori: nessuna class action

di Raffaella Natale |

Prima piccola vittoria dell’azienda di Mountain View nel processo iniziato nel 2005. Adesso, secondo il giudice, bisognerà sentire come Google userà la clausola del 'fair use'.

Stati Uniti


Google Books

 

Nessuna class action contro Google per il suo servizio Books. Così ha deciso la Corte d’appello di New York, ritenendo “prematuro” lo status di class action riconosciuto dal tribunale di Manhattan ad Authors Guild.

 

La vicenda riusale al 2005 quando il sindacato degli autori e l’Association of American Publishers hanno depositato le loro denunce per violazione del diritto d’autore.

Nel 2008 era stato raggiunto un accordo tra le parti, successivamente respinto, che prevedeva il pagamento da parte di Google di 125 milioni di dollari a titolo di risarcimento e l’istituzione di un registro dei diritti dei libri.

 

Gli oppositori ritengono che lasciare a Google la possibilità di proseguire il proprio progetto porrebbe dei problemi di monopolio e di diritto d’autore, oltre a lasciare all’azienda il diritto esclusivo di digitalizzare milioni di opere orfane, per le quali risulta difficile risalire agli autori. Alcuni hanno inoltre puntualizzato che il diritto d’autore non può essere revocato a meno che non sia l’autore a farne espressa richiesta.

 

La decisione di ieri segna, quindi, una vittoria per l’azienda di Mountain View. Nel giugno dello scorso anno il giudice di Manhattan, Denny Chin, aveva, infatti, concesso la certificazione di class action ad Authors Guild permettendo alla vicenda legale di proseguire il suo iter.

La pronuncia di ieri capovolge la situazione, visto che la Corte di NY ritiene che Chin abbia sbagliato a riconoscere  lo status di class action, aggiungendo anche che serve ascoltare le ragioni con cui Google intende fare ricorso al cosiddetto ‘fair use‘, la clausola legislativa del Copyright Act americano che descrive le condizioni con cui è possibile la citazione non autorizzata o l’inserimento di materiale non protetto da diritto d’autore nell’opera di qualcun altro (Leggi Articolo Key4biz).

 

La scansione elettronica ha coinvolto finora circa 20 milioni di libri non coperti da copyright, per gli altri sono invece disponibili solo degli abstract.

Google sostiene di non violare alcuna legge. Inoltre crede che le richieste degli autori debbano essere portate avanti singolarmente, poiché ogni scrittore è titolare del proprio diritto d’autore. La compagnia americana ritiene poi che alcuni autori beneficino del progetto di libreria digitale (Leggi Articolo Key4biz).

 

“Siamo felici della decisione della corte“, ha dichiarato un portavoce di Google, aggiungendo: “Gli investimenti che abbiamo fatto in Google Books apportano benefici a lettori e scrittori, aiutando nello sbloccare la quantità di conoscenza contenuta in milioni di libri”.

 

“Google Book – ha sempre dichiarato la compagnia – offre agli utenti un nuovo e più efficace mezzo per trovare libri che possano interessarli”. “Questo programma non intende sostituire i libri“, con dei file. “I lettori devono acquistare sempre un libro in negozio o stamparlo in biblioteca per poterlo leggere”.

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