ENDEAVOUR

Netflix, un progetto Ue svela il mistero sui consumi di banda

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Un team di ricercatori, a capo di un progetto finanziato dalla Ue, svela come fa Netflix ad assicurare una visione dei contenuti senza interruzioni.

Quanto traffico genera Netflix? E come fa la piattaforma americana di video streaming, che non ha mai voluto fornire informazioni precise sulla gestione dei propri data service, a fare in modo che i film o le serie tv guardate dagli utenti non subiscano interruzioni o rallentamenti di sorta e assicurare quindi una buona visione?

Finora tutto questo è stato un mistero.

Adesso però il team di ricerca che fa capo a un progetto Ue ENDEAVOUR, ha deciso di occuparsi proprio di questo e scoprire dove sono collocati questi server e come funzionano.

I video online rappresentano attualmente metà del traffico web e da tempo ormai si registra un boom di app di contenuti.

Secondo i dati raccolti dall’equipe di ENDEAVOUR nello studio “Open Connect Everywhere: A Glimpse at the Internet Ecosystem through the Lens of the Netflix CDN”, la rete di distribuzione dei contenuti di Netflix copre 233 siti in 6 continenti.

Indicano anche come l’infrastruttura di Internet evolverà per affrontare i problemi di capacità di futuro, mettendo in evidenza la diversità dell’ecosistema web su scala globale, e suggeriscono che l’ecosistema specifico e di mercato di ogni regione dovrebbe portare a differenti strategie di sviluppo.

Tra aprile e maggio, il team composta da 5 ricercatori della Queen Mary, University of London (QMUL) ha fatto partire dei video dai pc dell’università, localizzando le richieste con l’aiuto di un’estensione del browser.

I ricercatori hanno studiato il traffico fornito dai server di ciascuna regione, per evidenziare la dipendenza relativa ai punti di interscambio (IXP) e ai server dei fornitori di servizi Internet (ISP).

I risultati hanno rivelato importanti differenze nella rete Netflix tra i Paesi e i Continenti: mentre Netflix è presente contemporaneamente su diversi siti in America del Nord, i suoi server europei si trovano solo su pochi siti per Paese.

Il Regno Unito rappresenta l’eccezione a questa regola visto che segue uno schema molto simile a quello dell’America del Nord.

Studiando queste differenze, i ricercatori hanno scoperto che i siti IXP si affidano a un numero importante di server distribuiti su alcuni siti, mentre per gli ISP sono più ridotti e concentrano spesso un numero più grande di siti.

“Lo studio è importante poiché offre informazioni sul funzionamento attuale di internet”, afferma Timm Boettger, primo autore del Report sostenuto al progetto ENDEAVOUR finanziato dall’Ue.

“Le differenti strategie di distribuzione osservate sono dovute a variazioni regionali intrinseche, che obbligano Netflix ad adattare il suo modello per garantire dei tempi bassi di avvio dei film ed evitare che il video si blocchi durante la visione. Queste differenze non dipendono unicamente dalla qualità di connessione dell’Isp ai suoi utenti finali, ma anche del modo in cui le differenti reti intermediarie e gli Isp si interconnettono e scambiano il traffico”.

“Questo studio evidenzia l’importanza dell’ecosistema IXP ancora ampiamente sottovalutata”, afferma il professore Steve Uhlig, supervisore senior del team e ricercatore principale del progetto.

Senza gli IXP, infatti, la connessione internet a banda larga non può essere mantenuta, in particolare per dei player importanti nella distribuzione di contenuti come Netflix. Questo studio sostiene il bisogno di intensificare la ricerca sugli IXP, come quella effettuata nell’ambito del progetto ENDEAVOUR“.

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