Dopo essere incorsa a distanza ravvicinata in due incidenti di comunicazione in occasione della promozione del Family Day, la Ministra Lorenzin ha dichiarato che spera di poter fare campagne migliori, ma dato che non ha budget si augura che “i creativi” gliele facciano gratis.
Da come ha trattato finora la comunicazione, evidentemente pensa che i pubblicitari, “i creativi”, siano dei simpatici buontemponi che lavorano per divertimento. Purtroppo in larga parte della Pubblica Amministrazione la si pensa allo stesso modo, anche perché quando le gare tra agenzie sono remunerate, i compensi previsti sono ridottissimi. E non si è nemmeno in grado di riflettere sul fatto che una buona comunicazione, alla fine, costa assai meno di una cattiva, come dimostrano le valanghe di critiche che la Ministra si è attirata da tutto il mondo della pubblicità.
E’ quindi il caso di rivedere i video girati dal Collettivo di creativi “ZERO” per stigmatizzare la piaga delle offerte di lavoro gratis come quelle fatte dalla Ministra della Sanità:
Il progetto, diventato virale nel 2014, ironizzava sulla difficoltà di veder riconosciuto il proprio lavoro attraverso una retribuzione equa e adeguata, mentre si pensa che la moneta di scambio per designer, creativi, film maker, fotografi sia la “visibilità”. Una forma di pagamento che difficilmente vedremmo accettata da altre categorie di lavoratori.
Ecco come era stata descritta la campagna dai suoi stessi autori:
“#coglioneNo è la reazione di una generazione di creativi alle mail non lette, a quelle lette e non risposte e a quelle risposte da stronzi.
È la reazione alla svalutazione di queste professionalità anche per colpa di chi accetta di fornire servizi creativi in cambio di visibilità o per inseguire uno status symbol.
È la reazione a offerte di lavoro gratis perché ci dobbiamo fare il portfolio, perché tanto siamo giovani, perché tanto non è un lavoro, è un divertimento.”
Comunicare sarà pure nella natura umana, ma essere in grado di farlo bene è un lavoro (da retribuire).