Gli standard

Cittadini Attivi. Data mining, arma in più contro la corruzione pubblica

di Massimiliano Minerva e Maria Grazia Migliorini |

Adottare i nuovi linguaggi “intelligenti” di rappresentazione dei dati contabili e finanziari, affinché la condivisione, la leggibilità e la trasparenza del dato consentano una semplificazione dei processi di controllo.

Un gruppo attivo di cittadini che propone un modo diverso di raccontare la trasformazione della Pubblica Amministrazione. Sono le donne e gli uomini che hanno dato vita alla rubrica “Cittadini Attivi” su Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

Lo scorso mese di aprile si è svolto a Parigi, nel più ampio contesto della Settimana OCSE dell’Integrità, la quarta edizione del Forum OCSE sull’Integrità che è diventato uno dei principali forum pubblici su etica e la lotta alla corruzione in tutto il mondo, attraverso il confronto tra politica, settore privato, società civile e mondo accademico.

All’apertura del Forum, a cui hanno partecipato oltre mille persone da 82 nazioni di tutto il mondo, dibattendo sulla tematica del commercio globale senza corruzione, Sir Eric Pickles, rappresentante del governo britannico, ha immediatamente posto l’accento sul rapporto (inverso) tra progresso e corruzione: “Corruption is the greatest enemy of progress in our time”.

D’altra parte, l’obiettivo finale delle politiche anticorruzione di ogni nazione democratica è costruire una cultura della legalità che divenga il vero DNA dello Stato e della coscienza etica della società nel suo complesso e delle persone che vi lavorano, in modo da porsi quale principio essenziale della modalità di agire quotidiana.

Uno strumento utile per aprire ulteriori scenari innovativi nel contrasto alla corruzione, è certamente la possibilità di utilizzare su larga scala sistemi di analisi e data mining delle informazioni relative agli appalti pubblici, incrociando e confrontando i dati tratti dal sistema dei pagamenti delle PA con le contabilità e le fatturazioni (ora elettroniche) ai fornitori (beni, servizi e lavori) delle stesse.

È pertanto basilare identificare le diverse tipologie dei rischi legati alla corruzione e le relative misure di mitigazione, al fine di disporre di strategie efficaci per affrontare tali rischi ed adottare una condotta di business responsabile.

In questo contesto, è evidente che disporre di dati completi e che possano essere direttamente interpretati appare fondamentale nella definizione delle politiche pubbliche strategiche all’interno dell’Unione Europea, anche al fine di monitorare i fenomeni amministrativi e misurare l’efficacia degli interventi anticorruzione. Nell’ambito di tale percorso di trasparenza, nel settore pubblico si muovono da tempo vari governi, sia in Europa (Olanda, Spagna) che in USA ad esempio, recependo standard internazionali de facto per la trasmissione e l’acquisizione dei dati contabili. Tra questi standard spiccano le tassonomie sviluppate con XBRL (eXtensible Business Reporting Language), un linguaggio ‘marcatore’ basato su XML (eXtensible Markup Language) che, attraverso un meccanismo sintattico, consente di definire e controllare il significato degli elementi contenuti in un testo ed è utilizzato principalmente per la comunicazione e lo scambio elettronico di informazioni contabili e finanziarie. XBRL gestisce sia l’aspetto documentale che quello computazionale del dato, potendo includere l’inserimento di controlli contabili già all’interno della struttura stessa della tassonomia e ponendosi pertanto come strumento ideale per il conseguimento degli obiettivi di semplificazione e razionalizzazione dei processi amministrativi e di standardizzazione, trasparenza, qualità e comparabilità delle informazioni economico-finanziarie di organismi del settore privato e pubblico, nonché accountability e consolidamento spesa pubblica.

L’utilizzo di XBRL consente di annullare le barriere sintattiche e semantiche tra chi produce informazioni finanziarie (imprese e organizzazioni, private o pubbliche) e chi, a vario titolo, le utilizza (capogruppo, revisori, investitori, clienti/utenti, banche, media, autorità pubbliche di vigilanza e controllo, organi istituzionali, agenzie di rating, organismi e istituzioni internazionali).

In Italia, già con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 10 Dicembre 2008 il linguaggio XBRL è stato riconosciuto quale formato obbligatorio per il deposito del bilancio delle imprese e per la presentazione della reportistica economico/finanziaria a partire dal 2010, rendendo i dati contabili immediatamente fruibili con la garanzia della loro ufficialità derivante dalla diretta responsabilità dell’impresa che li ha depositati. Nel 2015, settimo anno di applicazione di tale obbligo per le imprese italiane, sono stati depositati quasi 970.000 bilanci in formato XBRL.

Sempre in Italia, in ambito pubblico, come noto, è stato avviato a partire dalle leggi 5 maggio 2009, n. 42 e 31 dicembre 2009, n. 196, un processo di riforma che ha disegnato il nuovo quadro della contabilità pubblica, caratterizzato dall’armonizzazione dei bilanci. Principale obiettivo della riforma è rendere i bilanci di tutte le amministrazioni – ai vari livelli di governo – omogenei, confrontabili e aggregabili, in quanto elaborati con le stesse metodologie e criteri contabili, al fine di soddisfare le esigenze informative connesse al coordinamento della finanza pubblica e alle verifiche del rispetto delle regole comunitarie. Il miglioramento del grado di trasparenza dei conti del settore pubblico italiano e della capacità di pervenire ad un loro efficace consolidamento, in coerenza con i principi e le regole stabilite per la tenuta dei sistemi di contabilità nazionale a livello europeo (Sistema Europeo dei Conti – SEC), favorisce il governo unitario della contabilità pubblica nazionale e, allo stesso tempo, il coordinamento delle politiche fiscali e di bilancio dei paesi membri della Unione europea.

In tale contesto, di recente (12 maggio 2016) è stato intrapreso un percorso virtuoso dalla Corte dei conti e dal Ministero dell’economia e delle finanze (MEF), nell’ambito della raccolta e gestione dei dati contabili degli enti territoriali, con l’adozione tramite uno specifico decreto ministeriale, dello standard XBRL per la comunicazione da parte degli enti pubblici alla BDAP (Banca Dati Amministrazioni Pubbliche, gestita dal MEF) in conformità al dettato normativo della legge 196/2009. Nel decreto citato viene evidenziato in premessa come l’integrazione in un’unica modalità di trasmissione dei dati contabili da parte degli enti territoriali, condivisa tra il Ministero dell’economia e finanze e la Corte dei conti (e, in prospettiva, anche tra le altre amministrazioni competenti), determinerà consistenti economie di scala e maggiore efficienza, in linea con quanto previsto dalle recenti normative in materia di revisione e contenimento della spesa pubblica. Nello specifico la finalità condivisa tra Corte dei Conti e MEF è quella di semplificare e razionalizzare gli adempimenti di presentazione dei bilanci preventivi e dei rendiconti alle diverse amministrazioni di controllo (fino ad oggi ridondanti), operando una conseguente riduzione degli oneri amministrativi, con recupero di risorse per servizi, ed al contempo maggiore tempestività, accuratezza e qualità dei dati. Questo progetto condiviso sta consentendo la costruzione di una banca dati unica, contenente le informazioni economico-finanziarie degli enti pubblici, ivi compresi quelli territoriali, con evidenti vantaggi in termini di trasparenza, comparabilità nel tempo e nello spazio, accountability e consolidamento della spesa pubblica.

Da ultimo (fine agosto 2016), per dare attuazione a quanto indicato, sono state pubblicate sul sito BDAP (http://www.bdap.tesoro.it/Informazioni/Pagine/DM-12-maggio-2016—Modalit%C3%A0–tecniche-di-trasmissione-per-invio-bilanci-alla-BDAP.aspx), le modalità tecniche di trasmissione (di cui all’art. 5 del decreto MEF citato) per l’invio dei bilanci, corredate dalle relative tassonomie XBRL da adottare sia da parte degli enti in contabilità finanziaria che per quelli in contabilità economico-patrimoniale.

Si sottolinea che la condivisione, la leggibilità e la trasparenza del dato così raccolto e trattato permette una semplificazione dei processi di controllo, revisione e vigilanza in ambito pubblico, consentendo di acquisire l’informazione contabile una sola volta e di rappresentarla secondo diverse viste; il dato è fruibile in modo diretto e in maniera indipendente da prodotti software proprietari, perché i concetti contabili sono immediatamente leggibili ed utilizzabili da qualunque software anche open source.

In tale contesto è evidente come tramite l’utilizzo di XBRL si possa ottimizzare la predisposizione, l’analisi e lo scambio delle informazioni contenute nei tradizionali report finanziari e come possano essere superati i problemi legati alla disponibilità dei dati, favorendone la diretta integrazione nei sistemi di controllo e valutazione: in questo senso la trasparenza che ne consegue non può che essere un elemento a favore della lotta alla corruzione.

Un’arma efficace per combattere la corruzione – “the greatest enemy of progress” – può allora essere individuata proprio nell’utilizzo evoluto dell’innovazione e degli strumenti offerti dall’ICT, a partire dall’adozione di linguaggi “intelligenti” di rappresentazione dei dati contabili e finanziari. Ciò può aiutare a semplificare ed a rendere più efficienti i controlli interni e la rendicontazione amministrativa delle amministrazioni pubbliche e fornire il presupposto tecnologico per costruire uno strumento informativo di analisi potente, scalabile e opportunamente modulabile, in grado di estrarre automaticamente un grandissimo numero di informazioni sensibili direttamente dai bilanci e dagli altri documenti contabili.

E’ del resto evidente l’esistenza di un rapporto inverso tra corruzione e innovazione: la digitalizzazione “oggettivizza” i processi e riduce gli spazi di discrezionalità dell’amministrazione, rappresentando in tal modo, già di per sé, una valida misura di contrasto alla corruzione.

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