Svolta alla BBC. La Tv pubblica britannica ha deciso di mettere a pagamento il servizio on-demand iPlayer. Da giovedì scorso chi collega alla piattaforma online vede apparire la scritta: “Hai pagato il canone Tv? E’ necessario per guardare qualunque tipo di programma su iPlayer. Lo dice la legge”.
Questa novità è il risultato di una manovra avviata questo anno per riportare al pareggio i conti della BBC, colmando un vuoto giuridico che costa 150 milioni di sterline l’anno all’azienda televisiva.
Circa il 6% delle famiglie britanniche non paga il canone perché non possiede l’apparecchio televisivo. In Italia invece la norma è stata cambiata e adesso paga il canone chiunque abbia un’utenza elettrica residenziale a meno che non dimostra di non possedere il televisore.
Diverso è in caso dei dispostivi mobili. Da noi computer, smartphone e tablet – se privi di sintonizzatore per il segnale digitale terrestre o satellitare – sono esclusi dal pagamento del canone perché, come spiega il Ministero per lo Sviluppo economico, non costituiscono apparecchi televisivi.
Un aspetto controverso che sicuramente in Italia sarà rivisto.
Forse si attende che la Rai si trasformi in una vera digital media company, come previsto dal piano industriale, per poi rivedere questa disposizione che rischia di diventare una scappatoia per gli evasori.
In Gran Bretagna il 2% degli utenti guarda i canali della BBC esclusivamente su computer, tablet o smartphone.
La BBC punta proprio a questa percentuale che sta fortemente crescendo.
La decisione ha però aperto un forte scontro perché questa fetta degli utenti è composta soprattutto da studenti che non vivono più in famiglia e che possono contare su un budget molto limitato considerato anche il rincaro delle tasse universitarie a partire dal 2012.
Quasi due terzi degli studenti usano iPlayer, stando a un’indagine realizzata dalla stessa BBC. Di questi solo una piccola parte è coperta dal canone che paga la loro famiglia mentre la maggioranza dovrà pagare l’imposta che arriva a 145,50 sterline l’anno (poco più di 170 euro).
Se continuano a usare iPlayer senza pagare il canone, il rischio è di vedersi appioppare una multa fino a mille euro.
Il dibattito riguarda soprattutto i mezzi di cui dispone il gruppo audiovisivo per far rispettare le nuove disposizioni.
Agli utenti di iPlayer non viene richiesta alcuna prova di pagamento del canone, né il loro indirizzo postale.
TV Licensing, l’organismo incaricato di sorvegliare l’applicazione della legge sul canone, è rimasto vago sulle modalità di procedimento, assicurando solo di avere a disposizione un’ampia gamma di tecniche per assicurare che la legge venga rispettata.
Secondo alcuni esperti la misura è di difficile attuazione senza il coinvolgimento degli operatori telefonici e una simile procedura sarebbe comunque illegale. Vedremo.