La Ue deve investire 600-700 miliardi di euro in nuove infrastrutture a banda ultralarga se vuole chiudere il gap digitale con gli Usa e la Cina. Lo ha detto oggi il Commissario all’Economia Digitale Gunther Oettinger, in occasione del forum annuale che si tiene ad Alpbach in Austria.
Oettinger ha poi lanciato un appello contro il populismo all’elettorato austriaco, chiamato alle urne il prossimo 2 ottobre per rivotare il presidente della Repubblica dopo l’annullamento delle elezioni dello scorso maggio. Nei sondaggi è in vantaggio il candidato populista del partito per la libertà Norbert Hofer mentre l’indipendente Alexander van der Bellen deve inseguire, dopo che a maggio aveva vinto per il rotto della cuffia prima dell’annullamento della tornata.
Per Oettinger, la vittoria del fronte populista rischia di creare danni non indifferenti al settore tecnologico della Ue, frenando il flusso in entrata di esperti IT nel Vecchio Continente provenienti dal resto del mondo. Insomma, un quadro a tinte fosche per la Ue già alle prese con il post Brexit.
Oettinger ha poi ribadito uno dei suoi cavalli di battaglia sul 5G: “Se l’Europa non sarà in grado di sviluppare abbastanza rapidamente nuovi network in fibra ottica e nuove reti wireless ad alta velocità perderemo la sfida globale del 5G, perché nuove importanti applicazioni tecnologiche non saranno fruibili dalla nostra industry”.
Servono quindi al più presto standard europei comuni per lo sviluppo del 5G.
Tanto più che, al contrario della Ue, i big statunitensi come Google e Amazon sono stati in grado di raccogliere masse di dati che garantiscono una conoscenza molto più approfondita dei bisogni dei loro clienti rispetto alle aziende europee, ha aggiunto il Commissario. “Servono investimenti nell’ordine di 600-700 miliardi di euro in Europa, secondo i nostri calcoli”, ha aggiunto, precisando che nel computo sono incluse Svizzera, Ucraina e i paesi balcanici.