Vivere sempre più sostenibile grazie all’introduzione di dosi maggiori di legumi nelle produzioni agricole europee. Potrebbe essere una mossa decisiva a favore della sostenibilità, non solo per l’agricoltura, ma anche per le abitudini alimentari della popolazione del Vecchio Continente. Lo afferma uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Frontiers in Plant Sciences condotto nell’ambito del progetto Ue “Legume Futures”.
L’agricoltura europea, secondo gli studiosi, è altamente specializzata su un numero molto esiguo di colture, a scapito dell’ambiente: a dominare sono i cereali, mentre l’Europa importa circa il 70% delle sue scorte di mangimi proteici per supportare l’industria della carne. I legumi, spiega l’autore principale dello studio Moritz Reckling del Leibniz Centre for Agriculture Research (ZALF) tedesco, “non solo sono ricchi di proteine” ma sono anche capaci di fissare nel terreno l’azoto presente in atmosfera contribuendo da un lato a ridurre la necessità di fertilizzanti e dall’altro a ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Attualmente meno del 2% dei terreni coltivabili europei è utilizzato per i legumi.
Gli scienziati hanno applicato il modello elaborato per determinare gli effetti dell’integrazione dei legumi nelle colture e lo hanno applicato a cinque casi studio in Europa con diverse condizioni climatiche e sistemi di coltivazione. I benefici ambientali sono stati confermati: complessivamente le emissioni di ossido di azoto si sono ridotte del 20-30%, mentre l’utilizzo di fertilizzanti è sceso del 25% in almeno il 40% dei casi. E i benefici, sottolineano gli scienziati, sono stati anche economici: i modelli elaborati hanno mostrato margini lordi in aumento per tutti i sistemi agricoli e per due su cinque dei sistemi coltivabili.