Roma capitale italiana dell’eCommerce per numero di negozi al dettaglio che vendono prodotti online, ma è ancora lunga la strada da fare per portare in rete tutte le imprese italiane (anche le microimprese). Sono 1.384 i negozi virtuali nella Capitale, a fronte dei 1.260 di Milano per un totale complessivo di quasi 15 mila esercizi che effettuano vendite via web nel nostro paese. E’ vero, più che raddoppiati in sei anni ma pur sempre una goccia nel mare rispetto al milione e mezzo di imprese del commercio operanti nel nostro paese (compresi i commercianti all’ingrosso).
E’ questa la fotografia che emerge dai dati elaborati da Infocamere per Unioncamere, secondo cui a fine 2015 erano complessivamente 15mila le aziende operanti nel settore del commercio al dettaglio via Internet in Italia, fra quelle iscritte al registro delle imprese delle Camere di Commercio, con un incremento del 151% fra il 2009 e il 2015, pari ad un aumento medio annuo del 25,3% nel periodo.
eCommerce, trend da valutare per i ballottaggi a Roma e Milano
Un trend in crescita, sul quale i candidati sindaci al ballottaggio nelle grandi città – Raggi e Giachetti a Roma e Parisi e Sala a Milano – faranno bene a riflettere per capire come sta cambiando il panorama del commercio cittadino. Negozi di vicinato sempre più in crisi, stretti nella morsa dei centri commerciali, fra calo dei consumi e affitti stellari soprattutto in centro. Ed è anche per questo, in ottica difensiva, che sempre più commercianti scelgono di aprire un negozio via web piuttosto che alzare una saracinesca, allo scopo di tagliare i costi e cavalcare l’onda digitale. Un’onda che anche l’Unione Europea vuole potenziare, intervenendo con misure specifiche per limitare il geoblocking, il blocco geografico delle vendite via web, e favorire la diffusione del commercio elettronico transfrontaliero.
Un’onda che le nostre microimprese dovranno in qualche modo affrontare, ad esempio portando la banda larga nei negozi per essere connessi e rispettando l’obbligo di POS stabilito per legge. Due misure “digitali” che potrebbero certamente aiutare i commercianti tradizionali restare al passo con la trasformazione digitale delle abitudini di acquisto dei consumatori, che altrimenti rischia di spazzarli via.
Certo, i candidati sindaci al ballottaggio a Roma e Milano avranno pensato a come potenziare l’eCommerce dei tanti prodotti del nostro Made in Italy e delle nostre eccellenze locali. E, perché no, a misure incentivanti per promuovere la banda larga non solo nei centri commerciali ma anche nei negozi di vicinato e nelle botteghe artigiane.
IMPRESE DEL COMMERCIO
Distribuzione delle imprese registrate per tipologia delle attività al 31 dicembre 2015 e confronti con il 2009
Valori assoluti e percentuali
Settore | Registrate 2015 | Registrate 2009 | Saldo | var.% |
Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet | 14.927 | 5.933 | 8.994 | 151,59% |
Totale commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli) | 873.944 | 866.774 | 7.170 | 0,83% |
Totale commercio (ingrosso+dettaglio) | 1.551.851 | 1.549.975 | 1.876 | 0,12% |
Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese
I dati
Ma la buona performance dell’eCommerce in Italia non deve ingannare, perché il saldo complessivo dei negozi che vendono merci online rispetto al totale del comparto del commercio al dettaglio – poco più di 870mila imprese aziende in Italia – e soprattutto rispetto al totale dell’intero comparto del commercio – costituito da 1,5 milioni di imprese – è ancora troppo basso.
Detto questo, nel periodo fra il 2009 e il 2016 sono certamente aumentate le vendite online di borse, cosmetici, accessori, gadget, abbigliamento, articoli per bambini e per la pesca. Ma anche auto e moto, casalinghi, vino, scarpe, biciclette, parquet, prodotti elettronici e farmaceutici, libri, occhiali, giocattoli fino alle “piante di acqua dolce”, ai sistemi di allarme e ai servizi di pompe funebri.
C’è da dire che in questi lunghi anni di crisi l’aumento dei negozi online è in proporzione molto superiore alle nuove aperture di negozi fisici: nel periodo 2009 – 2015 sono stati appena 7.170, pari ad una misera crescita dello 0,83% nell’arco dei sei anni.
Considerando anche chi vende all’ingrosso, l’intero comparto del commercio – costituito da 1,5 milioni di imprese – ha fatto un passo praticamente impercettibile: 1.876 aziende in più, lo 0,12%. Come dire che l’intera crescita – in termini di operatori – del commercio, si rispecchia nel saldo di quelli che hanno scelto il web.
Abruzzo, Puglia e Campania le regioni virtuose
A guidare la corsa del commercio virtuale sono gli imprenditori abruzzesi (+260% le imprese con sede nella regione adriatica, nel periodo considerato), seguiti da quelli pugliesi (+218%) e da quelli campani (+202%). In termini assoluti, la crescita più consistente si registra invece in Lombardia (1.694 imprese in più nei sei anni), in Campania (+1.069) e nel Lazio (+983). La classifica delle prime tre regioni si rimescola, infine, guardando alle province: prima è Roma (1.384 le imprese con sede in provincia alla fine del 2015), seconda è Milano (1.260) e terza Napoli (897).
COMMERCIO AL DETTAGLIO DI QUALSIASI TIPO DI PRODOTTO EFFETTUATO VIA INTERNET
Distribuzione regionale delle imprese registrate al 31 dicembre 2015 e confronti con il 2009
Valori assoluti e percentuali
Regione | ANNO
2015 |
ANNO
2009 |
SALDI
2015-2009 |
Var. % 2009-2015 |
ABRUZZO | 402 | 112 | 290 | 258,9% |
BASILICATA | 97 | 33 | 64 | 193,9% |
CALABRIA | 302 | 102 | 200 | 196,1% |
CAMPANIA | 1.598 | 529 | 1.069 | 202,1% |
EMILIA ROMAGNA | 1.178 | 469 | 709 | 151,2% |
FRIULI-VENEZIA GIULIA | 256 | 151 | 105 | 69,5% |
LAZIO | 1.744 | 761 | 983 | 129,2% |
LIGURIA | 275 | 137 | 138 | 100,7% |
LOMBARDIA | 2.787 | 1.093 | 1.694 | 155,0% |
MARCHE | 463 | 180 | 283 | 157,2% |
MOLISE | 49 | 25 | 24 | 96,0% |
PIEMONTE | 1.143 | 497 | 646 | 130,0% |
PUGLIA | 911 | 286 | 625 | 218,5% |
SARDEGNA | 236 | 132 | 104 | 78,8% |
SICILIA | 876 | 335 | 541 | 161,5% |
TOSCANA | 1.060 | 440 | 620 | 140,9% |
TRENTINO – ALTO ADIGE | 240 | 116 | 124 | 106,9% |
UMBRIA | 212 | 99 | 113 | 114,1% |
VALLE D’AOSTA | 17 | 17 | 0 | 0,0% |
VENETO | 1.081 | 419 | 662 | 158,0% |
ITALIA | 14.927 | 5.933 | 8.994 | 151,6% |
Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese